Al termine di un’altra faticosa giornata di trattative sindacati e ArcelorMittal si lasciano più o meno allo stesso punto da cui erano partiti. Un passo avanti c’è, ma piccolo piccolo, e riguarda la parte fissa del premio di produttività previsto dall’integrativo firmato nel 2010, che ArcelorMittal ha accettato di non modificare.
Resta però la distanza sulla parte variabile del premio, che il gruppo franco - indiano vorrebbe ancorare al ritorno di un Ebit (il risultato prima del pagamento delle tasse) positivo, mentre finora il pagamento è stato in funzione dei volumi di produzione. Per i sindacati si tratta di una condizione troppo onerosa. Negli anni di gestione commissariale l’Ilva ha perso competitività ed immaginare che torni ad un Ebit positivo nel breve - medio periodo non è realistico.
Se ne riparlerà di nuovo giovedì al ministero dello Sviluppo Economico, quando sul tavolo verrà messo anche il problema degli esuberi. Il governo continua a mostrare ottimismo, anche se il viceministro dello Sviluppo Teresa Bellanova non nasconde che ”la trattativa è complessa e c’è bisogno di tempo”. I sindacati chiedono però che ArcelorMIttal riveda la sua posizione sul salario variabile. Perché vi siano margini di accordo, sostiene il leader della Fim Marco Bentivogli, è necessario ”ragionare su schemi molto diversi rispetto a quelli presentati”, schemi peraltro che Bentivogli giudica ”paradossalmente deresponsabilizzanti e inutili al raggiungimento degli obiettivi di produttività”.
( L’articolo integrale domani su Conquiste Tabloid)