Dalle 7 di questa mattina sono scattate 24 ore di sciopero anche all'Ilva di Genova dopo l'incidente mortale di ieri mattina nel siderurgico di Taranto, vittima un operaio di 28 anni. In campo, con la protesta, anche il secondo sito siderurgico italiano, mente a Taranto lo sciopero, cominciato ieri alle 11 e che coinvolge, su iniziativa dei sindacati, sia i diretti che l'indotto, andrà avanti sino alle 15 di oggi.
Alle 17.30 di oggi, inoltre, su decisione dei sindacati nazionali dei portuali affiliati a Cgil, Cisl e Uil, in tutti i porti italiani ci sarà un fermo di cinque minuti con il suono delle sirene delle navi.
I sindacati della Funzione Pubblica FP Cgil, FP Cisl e Uil Fpl e Pa di Taranto, dal canto loro, si associano al dolore della famiglia della vittima, ma puntano anche "il dito sulle inadempienze nel settore dei controlli. Quando abbiamo denunciato - aggiungono - la carenza di organico negli organi ispettivi e di monitoraggio dei percorsi normativi legati alla Legge 81 in tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro il silenzio è stato assordante, mentre quelle inadempienze, quei vuoti di controllo, generano il mostro di altri lutti, insopportabili, irricevibili ormai".
Nel vertice di ieri sera in Prefettura, presenti istituzioni locali e sindacati, Confindustria Taranto ha dichiarato che la Ferplast, la ditta dove lavorava la vittima, è una delle migliori del sistema locale, "ma il clima di grande incertezza in cui vivono da troppo tempo Ilva e imprese - ha osservato il presidente degli industriali tarantini, Vincenzo Cesareo - si sta pesantemente ripercuotendo su tutto e tutti".
I sindacati hanno chiesto al prefetto di farsi portavoce delle preoccupazioni degli operai per la mancanza di investimenti sugli impianti, molti dei quali sono considerati pericolosi. Ieri il governatore pugliese Michele Emiliano ha proposto una ispezione generale nello stabilimento da parte dei custodi giudiziari per disporre l'eventuale fermata dei reparti che dovessero essere ritenuti a rischio, mentre il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, all'uscita dalla Prefettura, è stato contestato e inseguito dagli esponenti di alcuni movimenti ambientalisti più radicali al grido di "assassino, assassino". Il sindaco ha abbandonato il luogo a bordo di un'auto della Polizia locale e prima di arrivare alla macchina era stato scortato dalle forze di polizia.