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Industria

Ilva: oggi sit in dei sindacati sotto sede della Regione Puglia

I sindacati Cisl, Uil, Fim Cisl e Uilm di Taranto sono da stamattina in presidio a Bari, davanti alla sede del Consiglio regionale della Puglia, per manifestare la loro protesta in merito alla decisione della stessa Regione e del Comune di Taranto di impugnare al Tar il decreto sul nuovo piano ambientale Ilva e per chiedere di essere ricevuti ed ascoltati dai rappresentanti dell'assemblea regionale. Proprio oggi, infatti, il Consiglio regionale si riunisce ed ha all'ordine del giorno una discussione sull'Ilva che era stata programmata gia' da alcune settimane, prima cioe' degli sviluppi ultimi della situazione. Cisl, Uil, Fim Cisl e Uilm, che hanno gia' assunto una posizione comune su questi temi, chiedono alla Regione Puglia di ritirare il ricorso al Tar in quanto rischia di determinare uno slittamento, ed una conseguente incertezza, sui tempi del passaggio dell'Ilva dall'amministrazione straordinaria dei commissari alla societa' aggiudicataria Am Investco, ma anche sull'avvio delle prime opere di bonifica. In questo caso ci si riferisce all'avvio della copertura dei parchi minerali, la prescrizione piu' importante del piano ambientale, per la quale il Governo ha incaricato di provvedere i commissari, utilizzando parte delle risorse arrivate dai Riva con la transazione ed ora nella disponibilita' dell'amministrazione straordinaria.

In base alla decisione del Governo, i commissari avvieranno a gennaio le prime opere in attesa del subentro effettivo e formale di Am Investco in Ilva - si attende in proposito il giudizio dell'Antitrust europeo ma anche l'accordo sindacale sull'occupazione - e, una volta preso possesso dell'azienda, Am Investco rimborsera' all'amministrazione straordinaria le somme anticipate per i lavori di copertura, il cui costo complessivo e' valutato in 300 milioni. Cisl, Uil, Fim Cisl e Uilm temono adesso che l'impugnazione del piano ambientale al Tar da parte di Regione Puglia e Comune di Taranto crei effetti a catena e pregiudichi ogni possibile avanzamento della situazione: dalla trattativa sindacale ai primi lavori di bonifica. Il ministro Carlo Calenda ha deciso di sospendere ogni confronto sull'Ilva in attesa di vedere le decisioni dei giudici amministrativi. La protesta di oggi a Bari, davanti al Consiglio regionale, evidenzia anche una frattura nei sindacati. Eccetto l'Usb che ha approvato il ricorso al Tar dei due enti locali, anche la Cgil e la Fiom Cgil contestano la scelta dell'impugnazione fatta da Regione Puglia e Comune di Taranto, ma oggi non parteciperanno alla protesta insieme a Cisl, Uil, Fim Cisl e Uil davanti al palazzo del Consiglio regionale pugliese.

"Manifestiamo oggi perchè dobbiamo dire a gran voce a Emiliano che fare ricorso non è fare il bene della città». Lo afferma Valerio Dalò, segretario generale Fim Cisl Taranto, sul presidio davanti la sede del Consiglio regionale della Puglia con oltre 200 lavoratori dell’Ilva. "Eravamo ad un passo dall’inizio delle opere e della copertura dei parchi minerari - afferma il sindacalista - ma così non facciamo altro che allungare i tempi. Abbiamo lavoratori a casa da tre anni, circa 850 unità che a gennaio sarebbero rientrati e invece così restano ancora fuori".

"La Fiom, cosi' come non ha partecipato alle manifestazioni sponsorizzate dai Riva contro la Procura che aveva sequestrato l'Ilva di Taranto, non manifestera' indetta davanti alla sede della Regione Puglia", afferma in proposito la segretaria nazionale dei metalmeccanici Cgil, Francesca Re David. Anche ieri il ministro Calenda ha rinnovato a Regione Puglia e Comune di Taranto l'invito a non fare "ostruzionismo", a ritirare il ricorso per non far scappare l'investitore Arcelor Mittal, leader di Am Investco, e a partecipare al tavolo al Mise messo in cantiere. Il governatore pugliese Michele Emiliano ha replicato dichiarando che l'unico modo per ritirare il ricorso e' cambiare i contenuti del piano ambientale di Am Investco, aprendo alla decarbonizzazione. Scelta industriale che non e' pero' contemplata da Mittal. Emiliano ha pure aggiunto che il ricorso al Tar non blocca l'aggiudicazione, ma, se accolto da giudici, obbliga solo a reiterare il decreto sul piano ambientale. Sempre ieri Arcelor Mittal ha espresso vivo disappunto per la situazione, ricordato la disponibilita' a investire sull'Ilva 2,3 miliardi, riconfermato l'impegno a confrontarsi con gli enti locali.

 

( 1 novembre 2017 )

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