Un Luigi Di Maio ancora sulla difensiva chiude l’incontro con i sindacati sull’Ilva, il secondo da quando si è insediato al ministero dello Sviluppo Economico, ributtando la palla nel campo di ArcelorMittal.
Dopo aver letto le famose ”23mila pagine” cui anche ieri ha fatto cenno, Di Maio si è convinto che ”piano ambientale non è soddisfacente”, dunque il gruppo indiano, che ormai un anno fa ha vinto la gara per aggiudicarsi gli asset Ilva alla testa della cordata Am Investco, sarà chiamato a formulare nuove ”proposte”.
Stesso discorso per quanto riguarda l’organico. ArcelorMittal vorrebbe assumere solo 10mila dei 14mila dipendente dello stabilimento di Taranto, i restanti 4mila resterebbero in carico alla ”vecchia” Ilva, quella in amministrazione straordinaria, per i lavori di bonifica.
Il capo politico del Movimento 5 Stelle non ha però risposto all’unica domanda che davvero conta, soprattutto considerato quanto sul sito di Taranto c’è scritto nel contratto di governo, quella che gli ha rivolto il segretario della Fim Marco Bentivogli: c’è un futuro oppure no per la produzione di acciaio?
( L’articolo integrale domani su Conquiste Tabloid)