Se nelle prossime ore non arriverà un segnale dal governo dopodomani si presenteranno al ministero dello Sviluppo Economico. Autoconvocazione, l’avevano promessa la scorsa settimana, al termine del consiglio di fabbrica, e ora sono pronti a passare dalle parole ai fatti. le Rsu e le sigle dei metalmeccanici di Taranto fanno pressione sul governo. "Se Di Maio non dovesse risponderci, il 4 luglio noi saremo sotto al Mise - rilancia il segretario della Fim di Taranto Valerio D'Alò - Contiamo di portare dalle 150 alle 200 persone tra esponenti del consiglio di fabbrica, delegati e dirigenti sindacali. La protesta parte certamente da Taranto ma penso che si aggregheranno anche altre realtà dell’Ilva. Anche loro, infatti, rivendicano chiarimenti dal Mise”.
Negli auspici dei sindacati l’incontro con Di Maio dovrebbe servire a fare il punto della situazione sulla proroga dell'amministrazione straordinaria Ilva proposta dai commissari Gnudi, Laghi e Carrubba. Si tratta di una possibilità prevista dal contratto tra i commissari e ArcelorMittal. Fim Fiom UIlm e Usb vogliono sapere qual è l’orientamento del governo dopo il giro di consultazioni con le parti interessate - organizzazioni dei lavoratori, associazioni ambientaliste, istituzioni locali, Mittal e Confindustria - e se la centralità dell'Ilva nel panorama industriale italiano viene o no confermata. Il contratto di governo stipulato da Lega e 5 Stelle non ha diradato i dubbi, anzi ne ha alimentati di nuovi introducendo la formula della riconversione e dell’abbandono della fonti fossili, che in questi termini equivale di fatto a mettere fine alla produzione di acciaio. Né va dimenticato che a Taranto i 5 Stelle si sono dichiarati con nettezza, sia in campagna elettorale che successivamente, a favore della chiusura. Una posizione che tuttavia Di Maio non ha mai sposato, dichiarando a più riprese che l’Ilva resta un patrimonio da non disperdere.
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