Passano le settimane e la vicenda Ilva si fa sempre più intricata. Il governo ha preso tempo concedendo la proroga dell’amministrazione straordinaria al 15 settembre, come richiesto dai commissari: una decisione nient’affatto neutra viste le conseguenze che ha prodotto.
E’ possibile infatti che tra poco ad ArcelorMittal, vincitrice attraverso Am Investco Italy della gara bandita dall’esecutivo precedente, si affianchi un altro pretendente. Stando ai rumors circolati ieri, la nuova offerta potrebbe arrivare da uno dei soggetti che aveva dato vita alla cordata Acciaitalia, risultata perdente un anno fa nel confronto con Am Invetsco. Della compagine facevano parte Jindal, Cassa Depositi e Prestiti, Arvedi e Del Vecchio.
ArcelorMittal non pare tuttavia intenzionata a mollare la presa. Sono in corso infatti contatti costanti con i commissari per eleaborare quelle ”proposte migliorative” sollecitate dal ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, che preme per una doppia correzione: al piano ambientale e al numero degli esuberi. Di Maio ha detto a più riprese di non ritenere soddisfacente sotto questi due aspetti l’offerta di ArcelorMittal; in questo modo può aver risvegliato l’interesse, mai del tutto sopito, dei suoi concorrenti, che un anno fa si erano ritirati dal terreno dopo una coda di polemiche, seguite al tentativo, bocciato dall’allora titolare del Mise Carlo Calenda, di superare l’offerta di ArcerlorMittal con un rilancio presentato però a termini già scaduti.
L’opinione del capo politico del Movimento % Stelle è condivisa anche dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa: ”Si può fare molto di più, molto meglio. Bisogna fare un salto di qualità nella tutela ambientale dell''Ilva perché quanto finora previsto è troppo poco. Auspico che si possa fare di più e noi siamo qui per vigilare su quel di più”.
Nel frattempo l’incertezza pesa come un macigno sullo stabilimento di Taranto. I sindacati territoriali hanno accolto malissimo la proroga dell’amministrazione straordinaria e anche l’ipotesi di azzerare il percorso compiuto dal giugno dello scorso anno suscita apprensione. Si fa carico di esprimerla il segretario della Fim di Taranto Valerio D’Alò: "Il primo mese di proroga, concessa dal governo ai tre commissari, si avvia al termine tra vecchi problemi che resteranno irrisolti: ulteriori incidenti, solita assenza di manutenzione, l'aria di Taranto che si certo non e' migliorata e soliti problemi di salario tra aziende che chiudono e personale in Cassa Integrazione". Per la Fim Cisl di Taranto, si tratta di "una bella smentita per chi raccontava che "i giochi erano fatti" e che "era tutto a posto". ”Sarà, ma a noi di così a posto non vediamo nulla. Ora - rileva D'Alò - si rincorrono voci di nuove offerte, altre cordate e il tutto ha il solo effetto, se ci si mette nei panni dei lavoratori, di creare ulteriore confusione e frustrazione”.
(L'articolo integrale domani su Conquiste Tabloid)