Niente cassa integrazione per gli operai della Honeywell di Atessa, la fabbrica della Val di Sangro (Abruzzo) di cui la multinazionale americana ha deciso la chiusura a fine 2017 per delocalizzare la produzione (compressori per motori diesel) in Slovacchia.
La decisione presa dal ministero del Lavoro ha provocato la reazione dei sindacati e dei lavoratori, che ieri mattina hanno manifestato a Roma sotto la sua sede. Per i 430 lavoratori dello stabilimento abruzzese c’è il rischio concreto di ritrovarsi in tempi brevissimi senza lavoro e senza stipendio. Uno spiraglio tuttavia c’è ancora e i sindacati proveranno ad allargarne le dimensioni dall’incontro che si terrà, con la presenza dell’azienda, il 4 giugno.
Per il segretario nazionale della Fim ”la cigs è necessaria per evitare i 430 licenziamenti e accompagnare il processo di reindustrializzazione previsto nell’ accordo. Il Mise si è impegnato a chiedere all'azienda un ulteriore proroga di un mese dell''attività; un periodo che deve essere impegnato per esaminate tutte le possibilità per concretizzare la concessione della cassa integrazione".
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