"Chiediamo al Mise una verifica sugli accordi firmati tre anni fa a Roma sul rilancio della Honda di Atessa e contestualmente annunciamo lo stato di agitazione per far chiarezza sullo stato dell’azienda e il piano industriale".
È quanto hanno detto oggi a Lanciano i rappresentanti sindacali di Fim-Cisl, Fiom-Cgil le Uilm-Uil, rispettivamente Domenico Bologna, Davide Labbrozzi e Nicola Manzi. Si studiano anche le nuove strategia di lotta per chiarire il futuro produttivo e occupazionale. I sindacalisti hanno aggiunto: "La nostra preoccupazione è il mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati. Si continua a delocalizzare in Asia la produzione di motori e maxi moto, mentre nello stabilimento di Atessa ormai si fa solo assemblaggio degli scooter che non hanno un maggiore valore aggiunto economico. Inoltre non si è raggiunto il pareggio di bilancio essendoci tutt’ora un passivo di circa 13 milioni di euro. Nel 2015 si dovevano produrre 120 mila moto, invece saranno 89.390 e successivamente si passerà a 77 mila. È necessario investire in nuovi prodotti e riportare le maxi moto dal momento che il mercato continua a privilegiare la qualità del made in Italy. Come sindacati abbiamo accettato finora sacrifici come la fuoriuscita totale di 404 dipendenti, restano 417 occupati. Oltretutto, si precisa, la Honda ha ottenuto anche incentivi dalla Regione Abruzzo per un milione e 250 mila euro, a seguito del tavolo ministeriale. Ora chiediamo una svolta e le istituzioni presenti all’accordo devono premere. Intanto il sindacato intensificherà la lotta".