Venerdì 22 novembre 2024, ore 20:02

Porti

Gioia Tauro. Cisl e Fit: dal governo impegni precisi per il porto

La grande manifestazione unitaria dei giorni scorsi a Gioia Tauro ha rappresentato un momento importante per il sindacato e i lavoratori. Tutti insieme per lanciare un grido di allarme sul Porto di Gioia Tauro e sulle più generali sofferenze dell'intera area portuale e calabrese. Siamo stanchi del continuo ritornello secondo cui da "Gioia Tauro passano gran parte delle possibilità del rilancio economico e sociale della Calabria", senza che accada mai nulla nel segno della crescita e dello sviluppo, anzi di contro, si assiste a una preoccupante regressione non solo economica e produttiva ma anche di strategicità dell'Hub portuale che continua ad essere staccato dal territorio e dal sistema trasportistico terrestre. Alla politica e alle istituzioni diciamo che è arrivato il momento di realizzare al più presto i programmi e i progetti più volte annunciati, sia sul fronte dell'incremento delle attività portuali che di quelle retro portuali, per attrarre investimenti in grado di rilanciare l'area industriale e lo sviluppo dell'intero territorio. Per questi motivi la realizzazione del Gateway ferroviario e l'attivazione del Terminal intermodale diventano strategici per sganciare il porto dalla sola ed esclusiva funzione di transhipment. Così come l'introduzione della ZES, l'abbattimento delle tasse di ancoraggio e la riduzione delle accise sui carburanti per i mezzi di banchina e sull'energia per gli impianti produttivi dell'area portuale, devono trovare reale attuazione. In questo senso è importante che il Governo dia un segnale forte già a partire dall'incontro in programma per il prossimo 5 novembre, al quale ci approcceremo con la determinazione di ricercare e condividere impegni precisi sui provvedimenti immediati per il superamento degli elementi distorsivi di natura fiscale e chiarezza sui tempi di attuazione degli investimenti programmati con l'APQ del 2010 e di altri annunciati ma mai intrapresi. Sono queste chiare, necessarie e indifferibili scelte decisionali che possono ridare immediato slancio a una nuova fase di rilancio delle attività di transchipment, delle attività connesse e delle potenziali attività derivanti da nuovi insediamenti nell'area portuale. L'obiettivo di tutti deve essere quello di salvaguardare i posti di lavoro attraverso l'immediato rilancio della competitività del porto e dell'atteso sistema produttivo che può e deve realizzarsi nell'insieme dell'Area portuale e sul territorio calabrese mettendo in rete le infrastrutture per i trasporti e i siti produttivi, industriali e dell'agroalimentare.

"L'esasperazione dei lavoratori di Gioia Tauro è al limite, e il tempo delle promesse è ampiamente scaduto. Chiediamo al ministro delle Infrastrutture Delrio la convocazione immediata di un tavolo di confronto con Proprietà, Regione, Sindacato di categoria e confederale. Il porto Gioia Tauro è una risorsa per la Calabria, per il Mezzogiorno e per tutta l'Italia. Bisogna rilanciarne il ruolo e la competitività con investimenti adeguati e strumenti di fiscalità di sviluppo specifici". Questa la richiesta di Luigi Sbarra, segretario confederale Cisl, che ha richiamato l'attenzione sullo sciopero unitario tenuto nei giorni scorsi dalle rappresentanze Cgil, Cisl, Uil e Ugl dei lavoratori portuali che operano a Gioia Tauro. "Il Governo deve assumere un ruolo forte in questa vicenda, determinare una svolta da cui dipende il futuro di migliaia di famiglie e un pezzo importante dell'economia nazionale. Le tensioni sono altissime e se non arriveranno risposte concrete dalle istituzioni sono destinate a peggiorare ulteriormente. La via della ripartenza passa da nuovi investimenti e dal riconoscimento di una fiscalità di vantaggio vera, concreta, capace di rispondere alle terribili diseconomie che affliggono il porto e che devono essere rimosse se vogliamo trasformare questa realtà in volano di sviluppo per tutto il paese. Una cosa è certa: la perdita di quote di traffico del porto non può essere scaricata sulle spalle dei lavoratori con brutali ridimensionamenti occupazionali e ricorsi alla cassa integrazione. Non è facendo macelleria sociale che si esce dal pantano. Al contrario: occorre rilanciare, investire, innovare". Il Governo deve assumere la responsabilità di questo processo, e deve farlo insieme alle rappresentanze sociali, dando vita a strumenti volti a incoraggiare competitività e  investitori privati, a riscattare servizi portuali e retroportuali, valorizzando la centralità del lavoro produttivo. "Le potenzialità sono elevate, ma perché possano concretizzarsi occorre un segnale forte che metta il riscatto del porto calabrese al centro delle priorità nazionali. Il governo batta subito un colpo", ha concluso Sbarra.

La protesta è stata decisa anche per chiedere il rilancio della struttura portuale. Molti portuali negli ultimi tre mesi avrebbero lavorato solo 18 giorni effettivi. L’adesione dei lavoratori allo sciopero è totale.

 

( 2 novembre 2015 )

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