Riflettori puntati sulla vertenza Alstom Power General Electric che oggi approda al ministero dello Sviluppo economico. L’azienda ha deciso di delocalizzare le produzioni in Romania e Polonia, avviando le procedure di licenziamento per 237 lavoratori dello stabilimento di Sesto San Giovanni (Milano). Di questo si parlerà oggi nel verice romano che vedra governo, impresa e sindacati impegnati in un confronto particolarmente difficile.
Il piano annunciato da General Electric prevede, a livello europeo, il taglio di 6500 posti di lavoro negli stabilimenti energetici di Alstom. Una scelta che il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli ha definito inaccettabile e incomprensibile sull’aspetto industriale e non sostenibile sul piano sociale.
Ieri sera a Sesto San Giovanni, presso la sede del comune, si è tenuta una riunione alla quale hanno preso parte anche i sindacati ed i lavoratori del sito produttivo. Tutti sono concordi nel fare ogni sforzo per cercare di scongiurare la chiusura di un impianto caratterizzato da grande professionalità, flessibilità e capacità produttive. Un atto di responsabilità che ora la delegazione sindacale auspica di trovare anche a Roma. “E’ necessario l’impegno di tutti - sottolinea in una nota Giuseppe Mansolillo, segretario generale della Fim Cisl Milano Metropoli - affinché cambi la visione di fare impresa da parte delle multinazionali su tutto il nostro territorio. Non possiamo permettere che venga distrutto indiscriminatamente un patrimonio professionale ed industriale strategico per l’autonomia del nostro Paese”.