Circa 2 mila lavoratori della raffineria di Gela appesi al filo della speranza. Sono passati, infatti, più di 4 mesi dal protocollo d’intesa sottoscritto al Ministero dello Sviluppo economico il 6 novembre scorso che prevedeva la riqualificazione produttiva e ambientale del sito verso una riconversione green dell’intera area, ma è ancora tutto in stand by e le preoccupazioni tra i lavoratori diretti e dell’indotto cominciano ad affacciarsi nuovamente. ”Siamo fortemente preoccupati per la gestione di questo protocollo d’intesa” afferma Francesco Parisi, segretario generale della Femca siciliana. “In particolare - fanno notare i sindacati di categoria regionali e territoriali di Femca, Filctem, Uiltec - si ha la sensazione che ad oggi l’intesa anziché trovare attuazione al programma concordato nel protocollo, possa essere utilizzata come strumento di natura politica”. Ed è proprio per questo che i sindacati chiedono maggiore chiarezza di percorsi e di obiettivi da raggiungere nei tempi stabiliti. “È necessario - ribadiscono - che si attivino incontri tra la Regione Sicilia, il ministero, l’Eni e le organizzazioni sindacali per una verifica dello stato di attuazione del protocollo come era già stato previsto”. I sindacati più volte hanno denunciato la disattenzione della politica rispetto al problema industriale e sociale della raffineria di Gela. “E non si può pensare - afferma Francesco Emiliani , segretario generale Femca Gela-Caltanissetta - che la gestione delle trasferte del personale possa rappresentare l’unico elemento di continuità dell’applicazione dell’intesa senza che prima si faccia chiarezza sulla realizzazione dei punti previsti dal protocollo”. Nel dettaglio i sindacati chiedono di conoscere lo stato di attuazione rispetto all’accordo sottoscritto dalla regione siciliana con Assomineraria (accordo propedeutico alla realizzazione di gran parte degli investimenti dichiarati da Eni nel settore della ricerca, esplorazione ed estrazione di idrocarburi in Sicilia a partire da Gela); lo stato di attuazione delle bonifiche ambientali e quello delle autorizzazioni di competenza della Regione. Inoltre i sindacati chiedono anche di fare il punto sulla realizzazione dei nuovi insediamenti industriali a partire da Mossi& Ghisolfi per la realizzazione di un impianto di bioetanolo; l’individuazione delle aree per lo sviluppo del progetto guayule, Gnl, ecc.; ed infine l’attuazione delle agevolazioni rispetto all’area di crisi complessa che deve agevolare lo sviluppo di tutta l’area industriale del territorio e non fare soltanto assistenzialismo. Viste tutte queste motivazioni i sindacati provinciali e regionali di categoria hanno deciso di intraprendere tutti i percorsi utili e necessari per la ripresa di un confronto di merito con tutti i soggetti responsabili all’attuazione dell’accordo.