di Silvia Boschetti
New economy e diritti. Una frontiera aperta in cui le conquiste sono ancora molte. Eppure i buoni modelli a cui ispirarsi non mancano. Ma le scorciatoie spesso prendono il sopravvento e allora anche il sindacato ha il dovere di sostenere una necessaria stagione di rinnovamento. A riaccendere i riflettori è la sentenza del Tribunale del Lavoro di Torino che ha dato ragione alla piattaforma tedesca Foodora rispetto alla causa di sei raiders che avevano chiesto il riconoscimento del contratto di lavoro subordinato. Idee chiare in casa sindacale. Per la leader della Cisl Annamaria Furlan è necessaria ”una seria riflessione sulla reale condizione di migliaia di donne e di uomini che, al di là dell’inquadramento giuridico, prestano la loro attività in condizioni precarie dal punto di vista retributivo e di protezione sociale”. Immediata la richiesta di un tavolo di confronto con l’azienda e ”l’avvio di un’intensa stagione di contrattazione”. Convinta di un cambio di passo anche la Fist Cisl come ha ribadito il segretario generale Pierangelo Raineri: ”se la gig economy è arrivata , diritti e tutele fanno fatica ad affermarsi per i lavoratori delle piattaforme digitali, non più classificabili secondo i tradizionali modelli, e questa sentenza è, purtroppo, un chiaro sintomo della lacuna normativa in materia”. Intanto le federazioni dei trasporti Filt-Cgil fit Cisl Uiltrasporti ricordano il puntello messo inserendo la figura dei raiders nell’ultimo rinnovo del contratto nazionale di lavoro dei trasporti e della logistica.
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