"Sciopero di otto ore e presidio sotto la sede di via Anagnina oggi per i lavoratori della Ericsson di Roma a seguito dell’annuncio da parte dell’azienda di voler aprire 103 procedure di licenziamento". Così, in una nota,le segreterie regionali di Slc Cgil, Fistel Cisl Reti e Uilcom Uil. "Premesso che l’azienda dichiara di non essere assolutamente in crisi - continua la nota - i licenziamenti sono motivati da un ’riequilibrio dell’organicò anche alla luce di un cambiamento delle strategie di business. La realtà è che il lavoro c’è per tutti. La realtà è che il lavoro viene decentrato, delocalizzato, affidato a consulenti. La realtà è che Ericsson dopo aver aperto 11 procedure di licenziamento volontario negli ultimi sei anni, estromettendo circa mille lavoratori, non trovando più i prepensionabili sta ora cercando di estromettere personale qualificato, per la maggior parte persone di cinquant’anni". Secondo i sindacati, "una grande azienda come la Ericsson, con una storia importante nel nostro paese, ha l’obbligo morale e sociale di attuare tutte le misure necessarie a evitare i licenziamenti, misure che il sindacato ha proposto: contratti di solidarietà, riqualificazione del personale, insourcing. Crediamo che la Regione Lazio possa e debba giocare un ruolo politico per evitare un ulteriore dramma occupazionale non più sopportabile in una regione già pesantemente colpita dalla crisi. In un momento in cui si colgono segnali di ripresa, si incentivano le imprese a investire, una grande multinazionale - concludono - non può continuare a licenziare come se nulla cambiasse mai".