Oggi a Roma manifestazione di sostegno allo sciopero del gruppo Eni contro la vendita di Versalis. I lavoratori del gruppo sono scesi in piazza per protestare contro l’acquisto di Versalis dal parte del fondo americano Sk Capital e chiedere al Governo di intervenire. Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec hanno annunciato che lo sciopero è stato un successo con tutti gli stabilimenti del gruppo fermi e una partecipazione del 95%.
"Non possiamo consegnare Versalis e la chimica italiana ad un fondo americano che tra l’altro possiede una scarsa consistenza finanziaria. Vendere agli stranieri sarebbe una sconfitta non solo per l’Eni ma per tutto il Paese". Interviene la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan. "La grande partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori allo sciopero di oggi in tutti i siti e stabilimenti del gruppo Eni è un segnale preciso e chiaro. Non consentiremo a nessuno di riscrivere la storia industriale del nostro Paese", afferma Furlan. "Siamo consapevoli delle difficoltà del gruppo Eni, ma è inaccettabile questo disegno di smantellare il settore chimico e ridimensionare la raffinazione italiana. Bisogna trovare con molto equilibrio e senso di responsabilità, da parte di tutti, soluzioni alternative a quelle della svendita di Versalis. Il Governo - prosegue - deve fare di più in questa delicata vertenza, sostenendo il sistema industriale e garantendo il rispetto degli accordi per il completamento degli investimenti ed il rilancio della chimica pulita e della raffinazione "verde" negli stabilimenti italiani. L’Eni è il cuore dello sviluppo industriale italiano e della provincia italiana, dalla Sicilia all’estremo Nord del Paese. Senza quegli stabilimenti e raffinerie si rischia la desertificazione industriale, la fine della convivenza sociale e civile in alcune realtà meridionali". Per Furlan, dunque, "non solo è in gioco il futuro di decine di migliaia tra lavoratrici e lavoratori», ma anche «il declino dell’Italia sul piano economico, infrastrutturale e industriale".
"Non siamo solo preoccupati per Versalis, è in gioco il destino della chimica che è da difendere perchè essenziale per l’industria manifatturiera:siamo preoccupati per il destino industriale del paese. Il tema è la politica industriale". Afferma anche il segretario confederale della Cisl, Giuseppe Farina. "Come si può rilanciare il paese spendendo? L’Italia deve scegliere e sostenere il sistema industriale, svendere la chimica è l’opzione sbagliata: la Germania non ha svenduto chimica e siderurgia" ha aggiunto Farina, il quale ha poi ricordato come sia stato stipulato, due anni orsono, un accordo con Eni: "Dicevano che la chimica è strategica - conclude Farina - ora invece affermano non vi siano le risorse per la chimica verde".