Sono fortemente preoccupati i sindacati di categoria Femca Cisl, Filctem Cgil e Uiltec Uil sulla riorganizzazione generale dell’Eni ed in particolare sul futuro della più grande società chimica italiana Versalis. Oggi l’amministratore delegato, Claudio Descalzi, ha incontrato i sindacati e ha confermato il progetto di cessione delle quote di Versalis a nuovi partner in grado di salvaguardare l’occupazione e l’attuale piano industriale. I primi contatti sono stati portati avanti con Fondi internazionali, ma l’Eni si è comunque impegnata a mantenere una quota di garanzia all’interno della stessa società. Quota di garanzia che non basta ai sindacati preoccupati della tenuta di tutta la filiera chimica italiana e del rischio che, una cessione di quote, in una fase caratterizzata dal basso costo del petrolio, possa generare appetiti speculativi . ”Se Eni esce dalla maggioranza del capitale di Versalis - afferma Angelo Colombini, segretario generale Femca Cisl - deve impegnarsi totalmente affinchè non venga fatto nessun spezzatino industriale, poi deve garantire il piano di investimenti già decisi per i prossimi anni, infine salvaguardare l’occupazione, le retribuzioni e il welfare contrattuale”.
L’incontro è servito anche per fare il punto su tutti i siti produttivi. Rassicurazioni sono arrivate riguardo alle raffinerie di Sannazzaro, Livorno e Taranto e per Gela la conferma del piano di investimento già in corso. ”Proprio su Gela - afferma Colombini - abbiamo chiesto non solo garanzie sulla certezza dei tempi per la realizzazione della bioraffineria, ma una riflessione più appropriata rispetto ai progetti e alla concretezza degli studi, al fine di conseguire l’obiettivo di una riconversione più generale di quell’area industriale”.
Nel corso dell’incontro, inoltre, l’Eni ha confermato l’interesse verso la costituzione di un ramo funzionale nell’area ”retail” del gas, ancora allo studio e non di imminente realizzazione, mentre sulla riorganizzazione di Saipem manterrà una funzione di garanzia sui futuri livelli occupazionali. Anche su questi punti i sindacati vogliono vederci chiaro e chiederanno un tavolo di confronto politico col Governo temendo ”per le possibili refluenze che il processo di riorganizzazione dell’Eni può determinare sull’assetto industriale del Paese”. I sindacati hanno quindi convocato per il 6 novembre il coordinamento sindacale unitario del gruppo Eni per discutere e valutare insieme come procedere.