Nuova protesta e sciopero oggi dei lavoratori Eni della Sardegna e in particolare di Porto Torres. Più di trecento sotto il palazzo della Regione, in viale Trento a Cagliari, per la seconda tappa della mobilitazione nazionale di Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil, per manifestare contro la scelta di politica industriale del Gruppo Eni di cedere quote azionarie di Versalis al fondo di investimenti americano SK Capital. La prima manifestazione è stata organizzata a Siracusa, mentre l’ultima si svolgerà domani a Ferrara. Perchè proprio davanti alla sede della Giunta regionale? Angelo Colombini di Cisl-Femca rimarca il "silenzio di Pigliaru" e chiede che "il governo nazionale blocchi la trattativa e rilanci su questa vendita la presenza della cassa depositi e prestiti", l’Importante è che "si mantenga la maggioranza di Versalis". Nel corso della manifestazione è previsto anche un incontro del governatore Pigliaru con i rappresentanti sindacali.
"Pensiamo che il fondo SK Capital non abbia le caratteristiche complessive per acquisire la partecipazione della maggioranza di Versalis, la società che gestisce la chimica dell’Eni". Scrivono i segretari generali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil, Emilio Miceli, Angelo Colombini e Paolo Pirani in una lettera inviata al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, a Emma Marcegaglia e Claudio De Scalzi, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Eni. Secondo i sindacati motivi di carattere industriale, di assetto della chimica italiana ed un assetto azionario non idoneo, sconsigliano di proseguire una trattativa che - a loro parere - "scriverebbe l’ennesima pagina nera della storia industriale del nostro Paese". "Innanzitutto - è l’esordio della lettera - Sk Capital è una delle tre società registrate, secondo la SEC, al n. 400 di Park Avenue, e ubicate allo stesso piano e con il medesimo numero di telefono. Due delle tre società - ricordano i segretari - hanno sede fiscale presso le isole Cayman ed una nel Delaware, noto per essere il distretto USA più direttamente assimilabile al suddetto paradiso fiscale, tanto da meritare giudizi non lusinghieri da parte del Comitato economico e sociale europeo. I tre azionisti di riferimento sono presenti complessivamente in 42 società con un numero complessivo di zero dipendenti. È facile immaginare - aggiungono - come queste siano solo semplici veicoli per operazioni speculative". "In questo contesto - mettono ancora in evidenza i segretari - il Governo ha il dovere di acquisire tutti gli elementi anche sul piano della trasparenza internazionale per escludere profili di rischio in quanto ci troviamo in presenza dell’alienazione della maggioranza di una società posseduta integralmente da un soggetto, Eni sp.a. partecipato dal Tesoro, con tutti gli obblighi di evidenza pubblica che ne derivano".