Da piazza del Pantheon oggi è arrivato un nuovo altolà dei sindacati al colosso della chimica italiana. "La vertenza aperta nei confronti di Eni non si ferma", avvertono Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil che hanno chiamato i lavoratori del gruppo Eni e di Saipem allo sciopero. Oggi dunque, braccia incrociate per otto ore in tutti gli stabilimenti e appuntamento a Roma per la manifestazione nazionale al termine della quale i sindacati sono stati ricevuti a Palazzo Chigi dal Sottosegretario Claudio De Vincenti e dal Vice Ministro dello Sviluppo economico Teresa Bellanova. "Abbiamo ribadito le nostre preoccupazioni sulla scelta di ridimensionamento di Eni e la nostra contrarietà alla vendita di Versalis", spiega a Conquiste il segretario generale della Femca Cisl, Angelo Colombini. "Inoltre - aggiunge - abbiamo ribadito la richiesta di un intervento di Cassa depositi e prestiti e di imprenditori italiani per rilanciare la chimica verde italiana anche con la creazione di una società che metta insieme Versalis, Novamont ed altri".
Il governo dal canto suo, sottolinea il sindacalista, "ha accolto le nostre preoccupazioni e ha già dato la sua disponibilità per un prossimo incontro, confermando l'importanza di una società chimica capace di valorizzare i siti produttivi e il loro mantenimento unitario attraverso investimenti".
"E' positivo che il Governo abbia dato un primo segnale, dopo mesi di silenzio, convocando i sindacati di categoria sulla vertenza Eni -Saipem che vede oggi i lavoratori in sciopero per difendere l'occupazione, l'innovazione e la ricerca nei siti e nei territori in cui esiste una presenza industriale consolidata dell'Eni in Italia". Lo sottolinea la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, sullo sciopero proclamato oggi nelle aziende del gruppo Eni e Saipem dai sindacati di categoria del settore. "Siamo accanto alle lavoratrici ed ai lavoratori del gruppo Eni e Saipem e condividiamo le preoccupazione della categoria sul futuro del settore chimico nel nostro paese. Ecco perchè speriamo che il Governo scenda in campo davvero per difendere la chimica italiana ed il futuro industriale del nostro paese, cogliendo le ragioni della protesta ma anche le proposte concrete del sindacato, aprendo un confronto serio sulla delicata fase di transizione verso la chimica verde e sul rispetto degli accordi sottoscritti con l'Eni sugli investimenti".
"In ballo c’è il futuro della chimica italiana e il rilancio delle attività industriali del cane a sei zampe in Italia. Quello che si delinea - dicono i segretari generali delle tre sigle di settore, Emilio Miceli, Angelo Colombini, Paolo Pirani - è un piano di alleggerimento di Eni: dopo Saipem, Versalis e il comparto retail di Gas&Power. È dunque il ridisegno del Gruppo energetico il vero tema al centro della mobilitazione di questi mesi e della giornata odierna".
Al contrario "il nostro ruolo - ricordano - è quello di richiamare Eni ad un comportamento responsabile, ad attuare gli investimenti previsti dal piano, al suo ruolo di attore fondamentale dell’industria italiana per lo sviluppo del Paese".
Il no alla cessione di Versalis a Sk Capital è motivato anche dal giudizio sul fondo, considerato dai segretari generali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil "un interlocutore non credibile, sia finanziariamente che per capacità industriali". E aggiungono: "Abbiamo chiesto proprio ieri un nuovo incontro al Governo al fine di poter esporre le nostre ragioni e le nostre proposte, che non sono altre che quelle dei lavoratori e di numerosi cittadini italiani".
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