Sono 27 le carceri dove si stanno svolgendo proteste da parte dei detenuti, alcuni dei quali chiedono l’amnistia a causa dell’emergenza Coronavirus. Gravi disordini si registrano nei carceri di San Vittore a Milano e di Rebibbia a Roma, dove - oltre a bruciare diversi materassi - alcuni reclusi avrebbero assaltato le infermerie. Tra sabato e domenica disordini e rivolte si sono verificati negli istituti penitenziari di Salerno, Modena, Napoli, Frosinone, ma anche Vercelli, Alessandria, Foggia.
A Modena sono tre i morti tra i detenuti ed altri sono stati portati in ospedale dopo lo scoppio della rivolta nel carcere di Sant’Anna. Sei sono considerati più gravi, portati nei pronto soccorsi cittadini e di questi quattro sono in prognosi riservata, terapia intensiva. Ferite lievi anche per tre guardie e sette sanitari.
”Data l’annosa criticità che investe le carceri italiane riguardo il sovraffollamento dei detenuti in ragione della capienza e della grave carenza di organici della Polizia Penitenziaria - afferma Pompeo Mannone, segretario nazionale Fns Cisl - era purtroppo prevedibile che le decisioni governative assunte sul pianeta carcere potevano provocare i gravi incidenti che stanno accadendo in taluni istituti di pena”. “E’ possibile prevedere - continua Mannone - che tali incidenti possano coinvolgere altri istituti e quindi è necessario che il ministro della Giustizia metta in campo ogni utile misura per garantire la salute e l’incolumità dei poliziotti penitenziari”.
Una situazione emergenziale che rischia di ampliarsi ancora di più, per questo il sindacato chiede l’aiuto delle forze dell’ordine. “Occorre altresì valutare - conclude Mannone - l’opportunità che in caso di estese rivolte nelle carceri, dato il numero insufficiente di poliziotti penitenziari, che gli stessi vengano supportati dalle forze dell’ordine e dalle forze armate”.