Cassa integrazione e 60 giorni in più per presentare il piano per il concordato preventivo. Sono le richieste della società al tavolo ministeriale, che per i sindacati sono inaccettabili. "Pensare di rassicurare i 3mila dipendenti di Condotte chiedendo al Tribunale la proroga di 60 giorni per la presentazione del piano per il concordato preventivo e annunciando la cassa integrazione è francamente assurdo e inaccettabile. I vertici dell’azienda dimostrano solamente di non essere più in grado di gestire la situazione". Netta la posizione dei sindacati nazionali FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil, al termine del Tavolo di crisi al Mise, convocato per affrontare la difficilissima situazione finanziaria del gruppo di costruzioni, il terzo in Italia.
“Condotte ha annunciato la volontà di costituire una bad company per la gestione delle commesse ultimate, ed una newco per le commesse già operative e da avviare - continuano i sindacati -. Per noi è indispensabile la presentazione del piano industriale, nel quale l’azienda dovrà finalmente indicare con chiarezza il futuro suo e dei suoi dipendenti. Fino a quel momento ogni decisione e ogni annuncio rischiano di creare ulteriore confusione e di allarmare ancor di più le 3mila famiglie coinvolte. Riteniamo indispensabile un confronto con i potenziali investitori - concludono i sindacati -, vale a dire il fondo Oxy e le banche”.
Ieri i lavoratori di Condotte hanno incrociato le braccia per 8 ore in occasione dello sciopero proclamato dai sindacati, mentre al Mise, in concomitanza con l’incontro, è andato in scena un presidio di circa 200 lavoratori giunti da tutta Italia.
Il Tavolo si riunirà nuovamente il prossimo 18 giugno.