Uno sciopero nazionale di tutti i lavoratori delle aziende di manutenzione e progettazione delle concessionarie autostradali, ed una manifestazione a Roma, con inizio alle 10:30, presso la sede del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Sono le azioni in programma venerdì 11 marzo prossimo e messe in campo dai sindacati di categoria FenealUil, Filca Cisl e Fillea Cgil a seguito delle modifiche apportate dal Codice degli Appalti. Il testo - si legge in una nota - così come approvato giovedì scorso in Consiglio dei Ministri, riduce notevolmente gli affidamenti diretti alle società in house da parte delle concessionarie autostradali. "Il provvedimento è ingiusto e sbagliato - spiegano i segretari generali delle tre sigle, Vito Panzarella, Franco Turri e Walter Schiavella - perchè non apporterà alcun beneficio al sistema e comporterà invece la perdita di centinaia di posti di lavoro, e quindi di professionalità, e un conseguente calo della qualità delle opere e della manutenzione autostradale, a discapito della collettività. Le manutenzioni, la progettazion e e i servizi - aggiungono i tre sindacalisti - devono rimanere aldilà delle quote stabilite per gli affidamenti in house, perchè la norma, se non sarà modificata a seguito dei prossimi passaggi nelle commissioni parlamentari, costituirà una falsa liberalizzazione di mercato in quanto raggiunge l’unico obiettivo della precarizzazione dei rapporti di lavoro e della bassa qualità». Negli ultimi mesi la norma, che prevede di poter affidare direttamente lavori, progettazioni e manutenzioni nella misura massima del 20% degli investimenti, ha provocato centinaia di licenziamenti: una vera emergenza sociale tamponata per ora con il ricorso alla Cassa integrazione. «La manifestazione al Mit - concludono Panzarella, Turri e Schiavella - ha come obiettivo quello di ottenere un incontro con il ministro Graziano Delrio: durante tutto il corso dell’iter legislativo abbiamo cercato, invano, di confrontarci con il ministro. Ci sono migliaia di famiglie che aspettano una risposta e vogliono certezze per il futuro, le istituzioni hanno il dovere politico e sociale di rispondere e intervenire, e soprattutto di evitare ulteriori sacrifici inutili e dolorosi». (