Prosegue la mobilitazione contro le aperture di negozi e grande distribuzione nelle giornate di festività, in vista del 25 aprile, del primo maggio e poi del 2 giugno. A rimarcarlo è la Fisascat-Cisl, ricordando la linea decisa a livello territoriale nelle scorse settimane insieme agli altri due sindacati di categoria Filcams-Cgil e Uiltucs. In Toscana, le sigle di Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato due giornate di sciopero per il 25 aprile e il primo maggio; in occasione della Festa del lavoro sarà sciopero anche in Liguria; in Umbria la mobilitazione proseguirà anche il 2 giugno, mentre in Veneto, Emilia Romagna, Abruzzo, Molise, Lazio e Campania, prosegue la nota, i sindacati confermano lo stato di agitazione contro "l’applicazione scellerata delle liberalizzazioni selvagge" ed hanno invitato i lavoratori ad astenersi dal lavoro nelle giornate di festa "senza incorrere in nessuna sanzione". In Puglia la Fisascat-Cisl ha sollecitato un incontro con il presidente della Regione, le istituzioni locali e le rappresentanze sindacali e imprenditoriali per "ricercare una soluzione condivisa volta alla conciliazione dei tempi di vita familiare e di lavoro". La Fisascat-Cisl ribadisce la necessità di ricondurre il confronto sulle aperture commerciali a livello decentrato. Per il segretario generale della categoria cislina, Pierangelo Raineri, "è inconcepibile un sistema privo di risposo festivo". Il sindacalista pone l’accento sul ruolo della concertazione tra enti locali e sindacati "alla quale affidare la competenza sul calendario di aperture commerciali" e della contrattazione decentrata "per regolamentare una flessibilità contrattata e retribuita e la volontarietà della prestazione domenicale e festiva".