Rischia di chiudere la storica azienda Cipi, presente a Catania dal 1964 (ex Seat Pagine Gialle), che produce oggettistica promozionale per le aziende. Il ministero dello Sviluppo Economico condanna "l'atteggiamento di grave irresponsabilità dei proprietari che rifiutano ogni percorso alternativo alla procedura di licenziamento collettivo". Nel corso dell'incontro che si è tenuto ieri presso il Dicastero, alla presenza dei sindacati, l'azienda - si legge in una nota del Mise - ha espresso un netto rifiuto alle proposta di sospendere la procedura di licenziamento collettivo al fine di verificare soluzioni alternative di riorganizzazione, anche attraverso nuove iniziative imprenditoriali che potrebbero avvalersi delle professionalità presenti in azienda. "Non ci aspettavamo che l’azienda rifiutasse l’aiuto della Regione - spiega Antonio D’Amico, segretario della Fistel Cisl. È stato disarmante: l’azienda è andata contro uno sforzo economico incredibile che con il ministero volevano mettere in campo. Nello stabilimento del Cipi il lavoro è tantissimo e non manca di certo. Un anno in più di cassa avrebbe fatto tirare un sospiro di sollievo ai lavoratori e nel frattempo si sarebbe potuto lavorare all’individuazione di soluzioni per il futuro". Sin dall’inizio della vertenza è stata reso nota la volontà da parte dell’azienda di delocalizzare all’estero la sede produttiva
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