Stato di agitazione di tutto il personale dei Centri per l’impiego a livello nazionale e presidio oggi a Roma, sotto il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. "A quasi due anni dalla riforma delle Province e da oltre un anno dall’inizio del riordino degli istituti del mercato del lavoro, la situazione in cui versano i Centri per l’impiego, servizi fondamentali per le politiche attive del nostro paese, è al limite del tracollo", affermano Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl. "La scadenza del 31 dicembre di quest’anno delle convenzioni che garantiscono il finanziamento, e quindi il funzionamento dei Centri per l’impiego, e dei contratti a tempo determinato dei circa due mila precari che vi lavorano, senza nessuna prospettiva per il futuro, rende incerta la tenuta di questi servizi", proseguono Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl. "A cui si aggiungono la drammatica situazione in cui versano le strutture, le strumentazioni ormai inadeguate, i finanziamenti insufficienti e in cronico ritardo e il conflitto di competenze e funzioni che si è determinato dopo la legge Delrio. Un servizio fondamentale per i cittadini ormai al collasso e che, ad oggi, è lasciato alla deriva dalle istituzioni coinvolte". Per queste ragioni, concludono i sindacati, "metteremo in campo tutte le iniziative necessarie per non disperdere il vasto panorama di professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori e per garantire la tenuta di servizi veramente di qualità per i cittadini".
La segretaria nazionale della Cisl Fp, Daniela Volpato, denuncia "il caso di 64 lavoratori dei centri per l’impiego non retribuiti da diversi mesi, dopo la scadenza del contratto, per cui, spiega, urge la proroga per tutti i precari".
"A rischio ci sono circa due mila lavoratori con contratti a tempo determinato, che scadono a fine anno" spiega Federico Bozzanca della Fp-Cgil, che insieme alle categorie di Cisl e Uil del pubblico impiego ha organizzato il presidio. I sindacati chiedono unitariamente "un provvedimento specifico per rifinanziare il sistema, un provvedimento da inserire in manovra", perchè in pericolo ci sono, sottolinea Bozzanca, "anche tutti i sei mila lavoratori dei centri dell’impiego, che ad oggi non hanno prospettive chiare sul proprio futuro, visto il cortocircuito normativo". Infatti, evidenzia il sindacalista, "il Jobs Act prevede di trasferire a livello regionale le competenze delle agenzie del lavoro pubbliche, oggi gestite a livello provinciale, mentre la riforma costituzionale attribuisce direttamente la competenza allo Stato". Daniele Ilari della Uil Fpl ricorda che "erano state addirittura promesse mille assunzioni" nel settore. Una delegazione sindacale è salita al ministero del Lavoro per un incontro con al centro, appunto, la continuità per i contratti a termine nel comparto. "Andremo avanti con forza - concludono i sindacati - finchè il governo non ci darà risposte adeguate e non si attuerà una vera azione che tuteli questi servizi".