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Lavoro

Cementir, sindacati: preoccupa sequestro stabilimento Taranto

Le segreterie nazionali di FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil, in una nota "esprimono forte preoccupazione per l'avvenimento di oggi che ha visto il sequestro dello stabilimento Cementir di Taranto. L'intervento della magistratura - aggiungono - riapre sul fronte Cementir una questione che come sindacato abbiamo posto, inascoltati, ormai alcuni anni fa. Lo stabilimento di Taranto rappresentava e rappresenta tutt'oggi una micro-vertenza simbolica per quel territorio, con storie di cessioni, disimpegni, inquinamento e rischio di tracollo produttivo e occupazionale simili a quelli dell'Ilva con cui continua tutt'oggi a condividere destini e sopravvivenza". "Una interconnessione - che secondo le categorie nazionali e

territoriali - si evidenzia anche attraverso l'inchiesta che la Procura di Lecce con l'ausilio degli uomini della Guardia di

Finanza ha condotto sullo scambio di scarti di lavorazione che il siderurgico cedeva alla Cementir per la produzione del cemento. I sequestri di oggi, ai silos del cementifico e al parco loppa dell'Ilva, sono una urgenza che continuiamo a sottoporre da tempo nell'ambito del rilancio e dei piani di cessione di quell'azienda, su cui oggi più che mai andrebbe rivista l'Autorizzazione integrata ambientale (Aia) - affermano i segretari - e nell'ottica di un passaggio di mano della proprietà si pone come chiave di volta per garantire oltre ai posti di lavoro, anche una industria innovata e bonificata".Questioni che Feneal, Filca, Fillea, intendono sottoporre nuovamente a tutti i vertici istituzionali coinvolti, dal Comune, alla Regione, passando per il Ministero del Lavoro e dello Sviluppo Economico. "Tutti gli attori istituzionali - dicono i segretari - diano sostegno al percorso di garanzia che le organizzazioni sindacali stanno rivendicando e si approfitti del fermo giudiziario degli impianti per fare chiarezza sul futuro di quell'insediamento e dei suoi 72 dipendenti tarantini, che non possono essere chiamati a pagare le conseguenze di questo provvedimento".

( 28 settembre 2017 )

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