Una folta delegazione di lavoratori operanti nello stabilimento Cementir di Taranto, insieme a una delegazione di Feneal, Filca, Fillea, Fisascat e Filcams, è partita dal capoluogo ionico per manifestare stamattina davanti alla sede del ministero dello Sviluppo economico, dove alle 11 è iniziato l’incontro richiesto dalle organizzazioni sindacali contro i tagli all’occupazione diretta e indiretta nei cementifici italiani del Gruppo Caltagirone. Per la stessa giornata è stato proclamato uno sciopero. La vertenza portata avanti dai sindacati punta a scongiurare i licenziamenti nel sito tarantino di 47 dipendenti diretti sui 106 complessivi annunciati per tutti gli stabilimenti Cementir. Fisascat Cisl e Filcams Cgil sono "fortemente preoccupate - spiega una nota - anche per il futuro occupazionale di 11 dipendenti della Pulisan, azienda titolare di appalto presso lo stesso stabilimento per i servizi di pulizia civile e industriale, che analogamente rischiano il posto di lavoro. Questi lavoratori, inquadrati contrattualmente nel settore pulizie civili ed industriali, in caso di parziale o totale chiusura dello stabilimento ionico non potrebbero godere di ammortizzatori sociali, per cui si chiede che il Mise autorizzi a loro favore misure alternative".
Venerdì scorso grande successo in tutta Italia dello sciopero di 8 ore dei lavoratori Cementir-Sacci, proclamato dai sindacati di categoria FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil. L'adesione e' stata del 98% in tutti gli stabilimenti - esclusi i lavoratori in "comandata" presenti negli stabilimenti con la produzione a caldo per la salvaguardia degli impianti. "Il Gruppo Caltagirone - dichiarano le segreterie nazionali dei sindacati - non sottovaluti l'importanza e il significato di questa prima giornata di mobilitazione a sostegno delle richieste del sindacato, in cui hanno incrociato le braccia anche i lavoratori impegnati in altre mansioni, come quelli delle pulizie e dei trasporti. I 260 licenziamenti annunciati - spiegano - meritano un confronto serio e costruttivo con le organizzazioni sindacali. L'atteggiamento messo in campo in sede di trattativa, con la proposta irricevibile di avviare due procedure distinte di licenziamento collettivo per Cementir Italia Spa e Cementir-Sacci Srl, acquisita nello scorso luglio, e il conseguente abbandono del tavolo, non contribuisce ad affrontare serenamente questa difficile trattativa. Le due vicende sono strettamente legate, lo prevede anche il contratto del cemento: l'azienda presenti subito un Piano industriale di gruppo e un Piano sociale di gruppo". "La giornata di protesta è stata soltanto l'inizio di uno stato di agitazione permanente dei lavoratori del gruppo, nelle prossime ore se l'atteggiamento dell'azienda non dovesse modificarsi, siamo pronti ad altre 8 ore di sciopero, con manifestazione nazionale a Roma" proseguono i sindacati, che hanno richiesto al Ministero dello Sviluppo Economico un incontro urgente. E' stato fatto un presidio anche davanti alla sede centrale del gruppo, in Corso Francia a Roma, nella quale ha scioperato una parte dei dipendenti. In tutta Italia sono stati organizzati presidi davanti alle sedi aziendali e istituzionali, e in molti casi le delegazioni sindacali hanno incontrato i rappresentanti delle Regioni e i sindaci dei Comuni interessati, che hanno espresso la solidarietà ai lavoratori e sollecitato il Mise a convocare al più presto il tavolo richiesto dalle organizzazioni sindacali. Nel frattempo resta lo stato di agitazione su tutto il territorio nazionale, con il blocco degli straordinari e delle flessibilità. Le Regioni interessate sono Abruzzo, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria".