Nulla di fatto oggi al Mise per Cementir Sacci. L'incontro si è concluso con la decisione di aggiornarsi a giovedì prossimo, stavolta al ministero del Lavoro. In gioco il futuro lavorativo degli oltre 200 lavoratori dichiarati in esubero dall’azienda lo scorso settembre. Per il sito produttivo di Taranto, è stato annunciato il licenziamento di 47 dipendenti diretti sui 106 complessivi previsti per tutti gli stabilimenti Cementir in Italia. l'incontro del 24, si apprende a Taranto dalle organizzazioni sindacali, verificare la possibilità di prorogare di un anno gli ammortizzatori sociali, come permette la legge per le aree di crisi industriali complessa. I sindacati hanno chiesto di discutere di un piano industriale unico che riguardi i quattro cementifici storici di Taranto, Spoleto, Maddaloni e Arquata Scrivia (Al), ed i cinque stabilimenti Cementir-Sacci di Cagnano Amiterno, Tavernola Bergamasca, Castelraimondo, Livorno e Greve in Chianti, acquisiti dalla holding per 125 milioni nel luglio scorso. Nei prossimi giorni è prevista la convocazione del tavolo regionale su Cementir da parte del comitato per il monitoraggio delle aree di crisi della Regione Puglia, presieduto dall’assessore regionale al Lavoro, Leo Caroli.
I sindacati temono anche per il futuro occupazionale di 15 dipendenti dell’azienda Pulisan, titolare di appalto per i servizi di pulizia civile e industriale che analogamente rischiano il posto di lavoro. "Questi lavoratori, inquadrati contrattualmente nel settore pulizie civili ed industriali, in caso di parziale - osservano le organizzazioni sindacali - o totale chiusura dello stabilimento ionico non potrebbero godere di ammortizzatori sociali, per cui si chiede al Mise di autorizzare misure alternative. Ancora negli ultimi giorni, il management aziendale sollecitato ad una discussione complessiva sulla vertenza nazionale non è stato in grado di delineare soluzioni che scongiurino la chiusura degli stabilimenti".