Disinvestimenti in Spagna, Francia e Italia annunciati al Comitato Aziendale Europeo con la rimodulazione della presenza in Europa nei Paesi dell’Est. Questa la nuova road map proposta da Carlson Wagonlit Travel, gigante Usa leader mondiale nel business travel management presente in 150 paesi del mondo con 18mila dipendenti. Scatta dunque l’allarme sindacale visto che di questi tempi per un’azienda un ”viaggio” ad Est non si traduce in una meta rassicurante per i dipendenti, nemmeno quando ci si intende di spostamenti. Quello che si profila è un nuovo caso di delocalizzazione per riduzione dei costi a spese dei lavoratori e che per Carlson Wagonlit Travel Italia significa la chiusura della sede di Torino e il conseguente esubero di 50 posti di lavoro non ancora formalizzati dalla direzione aziendale. Eppure solo pochi mesi fa era stata sottoscritta un’intesa sulla flessibilità contrattata e sul lavoro agile con i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs. Non poteva dunque che approdare al ministero dello Sviluppo Economico il confronto sulle sorti dell’azienda in Italia. Per scongiurare i licenziamenti e su sollecitazione degli stessi sindacati di categoria è intervenuto anche il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda che ha dato disponibilità ad attivare percorsi di riqualificazione dei lavoratori. E non solo. Il ministro Calenda ha inoltre prospettato l’applicazione a Carlson Wagonlit Travel di una clausola solidale ”su misura” denominata ”Tailor made” per la quale il ministero stesso si impegnerebbe in prima persona a facilitare il dirottamento di clienti e commesse attualmente in capo a Carlson Wagonlit Travel presso aziende analoghe con radice ed attività in Italia.
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