Il caso di un'azienda di Taranto che ha accettato di risarcire le lavoratrici di un call center riaccende i riflettori su un settore in cui permangono situazioni di precarietà e sfruttamento. Ascolta le dichiarazioni rilasciate stamane da Vito Vitale, segretario generale della Fistel Cisl, a "La radio ne parla" su Radio Uno.
Proprio ieri è stato reso noto il documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sui rapporti di lavoro nei call center svolta dalla Commissione Lavoro della Camera. Ne è emerso un quadro preoccupante in cui il fenomeno delle delocalizzazioni appare in crescita esponenziale, man mano che nel nostro paese aumentano le tutele per questi lavoratori: Albania, Bulgaria, Marocco e Romania le mete più gettonate. Per il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, occorrerebbe puntare su una sorta di patto con i consumatori. “Non è sufficiente - ha detto - la norma che ci porta a far sapere al cittadino da dove risponde l’operatore del call center, dobbiamo mettere in campo un’azione per far conoscere le buone pratiche”, ma anche “immaginare qualche strumento che ci permetta di far conoscere al consumatore quali sono i punti in cui si rispettano le regole”.
Regole che, secondo il presidente di Assocontact, Umberto Costamagna, esistono già. “La legge c’è, - applichiamola e facciamola rispettare”, ha tagliato corto nel corso dell’audizione.
Pronta la replica del viceministro allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, che ha annunciato nei prossimi giorni l’avvio delle prime “sanzioni con effetto deterrente”.
In Italia, sono circa 80mila i lavoratori dei call center, in cui le donne (il 72,2%) superano di gran lunga i loro colleghi maschi. La presenza femminile - secondo i dati Istat - è particolarmente elevata nel Mezzogiorno e tra i lavoratori esterni all’impresa. Altra caratteristica del settore è la presenza dei giovani, il 39% degli operatori ha infatti meno di 30 anni (percentuale che sale al 69% tra i 30 e i 49 anni). Anche a causa della loro giovane età, gli occupati nei call center sono più istruiti: due su tre possiedono un diploma e uno su cinque la laurea.
(Domani l’approfondimento su Conquiste tabloid, disponibile dopo le 18 su questo sito)