Al termine di una trattativa serrata e difficile andata avanti fino a notte, è stato raggiunto l’accordo sul caso Brioni, dopo che l’azienda ha annunciato l’esubero di parte dei 1.150 lavoratori dei tre stabilimenti presenti nell’area vestina, in provincia di Pescara: c’è l’ok alla riduzione dell’orario a 32 ore settimanali, ad attività di "insourcing" e all’avvio della mobilità volontaria. L’azienda - il gruppo proprietario è la Holding francese Kering - nelle scorse settimane aveva annunciato l’esubero di 400 lavoratori, scesi a 139 full time nell’ambito della trattativa. I sindacati hanno dato l’ok all’apertura della procedura di mobilità volontaria per un massimo di 139 lavoratori, con il solo requisito della non opposizione al licenziamento; la procedura dovrà concludersi entro il 30 aprile. I dipendenti che accetteranno la mobilità volontaria otterranno un incentivo fino ad un massimo di 32mila euro. I sindacati sottolineano che "resta aperta la partita relativa alla differenza tra i 139 esuberi full time richiesti dall’azienda e i lavoratori che sceglieranno la mobilità volontaria. La questione relativa alla parte restante - spiegano le organizzazioni sindacali - è stata rimandata a un successivo incontro al ministero dello Sviluppo economico". "Inoltre - dicono ancora i sindacati - lavoreremo per coprire, attraverso la "una tantum", la perdita salariale derivante dalla riduzione degli orari di lavoro". All’incontro di ieri, nella sede dell’assessorato regionale alle Attività produttive, a Pescara, hanno preso parte l’assessore e vicepresidente della Giunta abruzzese, Giovanni Lolli, i vertici aziendali, il sindaco di Penne (Pescara), Rocco D’Alfonso, e i rappresentanti di Cgil, Domenico Ronca e Rita Innocenzi, Cisl, Umberto Coccia e Leonardo D’Addazio, e Uil, Luca Piersante e Gianni Cordesco. Diverse le interruzioni nel corso della dura trattativa.