Sono tornati a protestare oggi con bandiere e striscioni gli operai della Bridgestone che stanno tenendo davanti ai cancelli dello stabilimento di Modugno (Bari) una mobilitazione per dire no alla volontà della multinazionale giapponese, che produce pneumatici, di tagliare ulteriormente gli stipendi ai 748 lavoratori andando in deroga ai contratti collettivi nazionali, attraverso il congelamento di indennità, maggiorazioni notturne, scatti di anzianità e l’introduzione - spiegano i sindacalisti aderenti a Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e Confail che hanno indetto lo sciopero - di un demansionamento interno. L’azienda si è impegnata a produrre nello stabilimento pugliese tre milioni e mezzo di pneumatici all’anno, a cominciare dal 2016. Per la Bridgestone di Modugno il 30 settembre del 2013 è stato sottoscritto un accordo tra il ministero dello Sviluppo economico, i responsabili italiani Bridgestone, sindacati e istituzioni locali, per scongiurare la chiusura dello stabilimento pugliese. La prima parte di questo accordo ha stabilito la riduzione del salario per i dipendenti con il taglio della contrattazione di secondo livello e del premio di risultato ed un piano di mobilità incentivata che in questi mesi ha portato circa 181 dipendenti a lasciare la fabbrica a fronte dei 377 esuberi annunciati nel 2013. Gli altri 196 dovranno andar via, incentivati, entro la fine del 2015. Per tutti i dipendenti la cassa integrazione, inoltre, prosegue a rotazione e continuerà fino alla fine dell’anno. Le nuove intenzioni dell’azienda sono state comunicate ai sindacati alcuni giorni fa nel corso di un incontro che si è svolto al ministero dello Sviluppo economico per ridefinire la seconda parte dell’accordo del 2013. Un incontro è in programma il 10 luglio prossimo presso Confindustria Bari con il coordinamento nazionale unitario Cgil, Cisl e Uil di categoria e le segreterie nazionali di comparto per esaminare la situazione in vista di una riunione con ministero e azienda