Dove sono finiti i 16 milioni di euro che servivano alla reindustrializzazione di Termini Imerese?. È la scritta su uno dei cartelli esposti dal presidio dei lavoratori di Blutec sotto al ministero dello Sviluppo Economico dove è convocato il tavolo sulle prospettive per la società dopo le indagini per malversazione di fondi pubblici che hanno portato all’arresto dei vertici, poi liberati. Un centinaio di lavoratori dello stabilimento siciliano chiuso dalla Fiat nel 2011 e dell’indotto, accompagnati dai sindaci, sono venuti a chiedere "lavoro e non assistenzialismo" sotto le bandiere di Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil. "Il lavoro è libertà", si legge su un altro cartello mentre un terzo è rivolto al governo: "Avete assicurato un cambiamento - dice - anche del Mezzogiorno. Noi non abbiamo visto nessun cambiamento". I lavoratori coinvolti dalla vertenza sono mille in Sicilia, inclusi i 300 dell’indotto, e circa 2 mila considerando tutti gli stabilimenti dal Piemonte all’Abruzzo e alla Basilicata.