Sindacati e governo torneranno a vedersi il 21 settembre al ministero dello Sviluppo Economico per discutere del caso Bekaert, la multinazionale belga che ha annunciato il suo addio all’Italia e allo stabilimento di Figline Valdarno.
Nel frattempo ieri si è svolta a Milano la manifestazione che Fim Fiom e Uilm hanno indetto, insieme allo sciopero per l’intera giornata, davanti alla sede di Pirelli, che fino al 2014, quando ne ha ceduto il controllo proprio a Bekaert, è stata proprietaria dello stabilimento di Figline.
A Pirelli i sindacati chiedono ”di assumersi le sue responsabilità: svolga un ruolo attivo per far sì che nello stabilimento si possa continuare a produrre steel cord e per consentire, a differenza di quanto richiesto da Bekaert, l'eventuale cessione della fabbrica anche a competitor al fine di salvaguardare" gli operai.
Pirelli è tuttora il maggior cliente di Bekaert ed il suo coinvolgimento era stato ipotizzato già da Carlo Calenda prima della sua uscita dal dicastero di via Veneto, le cui stanze ora sono occupate da Luigi Di Maio. Il nuovo ministro dello Sviluppo Economico (e del Lavoro nonché vicepremier) si è fatto vedere davanti alla Bekaert il 10 agosto ed è in quell’occasione che ha promesso di reintrodurre per decreto la cassa integrazione per cessata attività.
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