Raggiunto l’accordo tra i sindacati di categoria Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin e Banca Carige in merito alle modalità di gestione delle ricadute del piano strategico 2019-23 che inizialmente prevedeva una consistente riduzione del personale e chiusure di sportelli.
Con l’accordo le uscite di personale, tutte con prepensionamenti e pensionamenti volontari, sono scese a 680, circa la metà rispetto alle 1.200 prevista nel piano industriale di febbraio. L’intesa prevede anche 210 assunzioni in ottica di ricambio generazionale e la prorogare a tutto il 2023 del contratto integrativo aziendale.
Confermato il piano di chiudere nell’immediato 45 filiali, ma sono state previste tutele rispetto alla mobilità dei dipendenti. E sugli altri 50 sportelli da chiudere indicati a piano verrà avviata una trattativa specifica.
“È un’intesa che tutela i lavoratori e garantisce un futuro alla banca, raggiunta dopo un duro negoziato - afferma Vilma Marrone, della segreteria nazionale First Cisl -. Il sindacato ha mostrato grande senso di responsabilità rendendo in questo modo possibile la realizzazione dell’aumento di capitale”. Siamo riusciti a contenere il numero delle uscite in un massimo di 680 rispetto a quelle previste inizialmente - spiega Marrone -.I lavoratori che decideranno di lasciare la banca lo faranno su base volontaria attraverso il fondo esuberi e il ricorso a Quota 100. Le nuove assunzioni saranno in un rapporto di 1 a 1 rispetto alle uscite previste con Quota 100”.
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