C'è attesa per l'incontro di oggi con la direzione aziendale Auchan per l'espletamento della prima fase sindacale di gestione della procedura di mobilità. Una soluzione alternativa ai licenziamenti e ripristino della contrattazione integrativa aziendale. Sono queste le richieste dei lavoratori dipendenti del Gruppo francese della grande distribuzione Auchan che in massa sabato scorso hanno aderito allo sciopero indetto dalle organizzazioni sindacali di categoria Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs. Oltre il 75% degli 11.422 dipendenti del Gruppo transalpino il 9 maggio ha infatti incrociato le braccia; centinaia i lavoratori che hanno preso parte ai numerosi presidi promossi dai sindacati in tutta Italia per protestare contro la procedura di mobilità avviata dalla multinazionale transalpina. Sono complessivamente 1.426 i lavoratori coinvolti dai licenziamenti che hanno anche subìto la disdetta della contrattazione integrativa aziendale; con queste due operazioni il gruppo francese intenderebbe recuperare i 112 milioni di mancato introito del 2014, come annunciato nei giorni scorsi dal presidente Patrick Espasa che pure ha dichiarato sul sito web www.ilmattino.it, proprio nella giornata della mobilitazione sindacale, "di credere al rilancio dell'Italia ed anche al potenziale del Sud dove è presente la metà degli ipermercati".
Eppure Espasa sembrerebbe smentito dai fatti. "In Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna la mobilità interessa complessivamente circa 680 lavoratori, quasi la metà degli addetti coinvolti dalla procedura - ha stigmatizzato il segretario nazionale della Fisascat Ferruccio Fiorot - Difficile credere alle parole di Espasa in assenza di un credibile piano di rilancio aziendale e di un dietrofront sui licenziamenti".
"E' urgente individuare percorsi alternativi ai 1.426 licenziamenti - ha affondato il segretario generale della categoria cislina Pierangelo Raineri sottolineando anche la gravità dell'atteggiamento del gruppo Auchan - E' assurdo che il presidente della multinazionale francese pensi di ripristinare l'equilibrio economico del Gruppo tagliando esclusivamente sui costi del lavoro e sugli istituti contrattuali previsti dalla contrattazione integrativa disdettata peraltro unilateralmente".
Intanto il consigliere politico dell'ambasciatore francese in Italia si è impegnato a presentare una relazione al governo transalpino "sulla problematica di forte impatto sociale". I sindacati ed i rappresentanti dei lavoratori sono stati ricevuti sabato scorso nel corso del presidio organizzato a Roma davanti all'ambasciata francese in Piazza Farnese dove hanno partecipato oltre 300 lavoratrici e lavoratori. Nei giorni scorsi le organizzazioni sindacali sono state ricevute dalla Commissione Lavoro e Previdenza Sociale del Senato presieduta dal senatore Maurizio Sacconi, che ha convenuto sulla necessità di discutere della vertenza anche in sede ministeriale con l'attivazione di un tavolo al dicastero dello Sviluppo Economico.