Tornano a fare appello al Governo italiano e all’Unione europea, affinchè difendano le produzioni di acciaio ternane, i sindacati dei metalmeccanici, nazionali e locali, che oggi si sono riuniti a Terni per fare il punto della situazione dell’Ast. All’attivo dei delegati, oltre ai segretari provinciali, hanno partecipato Sandro Pasotti della Fim Cisl, Rosario Rappa della Fiom Cgil, Guglielmo Gambardella della Uilm, Ermenegildo Rossi dell’Ugl e Marco Roselli della Fismic. Nella relazione conclusiva le forze sindacali sottolineano di ritenere incomprensibile l’interruzione del confronto con l’azienda, avvenuta a febbraio, in merito all’andamento economico, produttivo, di assetto impiantistico ed occupazionale e che ad oggi non c’è stata nessuna risposta positiva alla richiesta di incontro per approfondire tematiche relative agli appalti, alle società controllate e alle future prospettive del sito. Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl ricordano inoltre che è prossima la scadenza per la verifica dell’accordo del 3 dicembre scorso al ministero dello Sviluppo economico. "Rimaniamo stupiti dopo molteplici sollecitazioni - affermano - che, ad oggi, ciò avvenga nel silenzio di quasi tutta la politica che ha assunto un atteggiamento rassicurante rispetto ai segnali e ai messaggi incoraggianti dispensati dall’amministratore delegato di Ast". A detta dell’attivo è quindi fondamentale, oltre alla convocazione del tavolo ministeriale, si riattivi un percorso a livello europeo che coinvolga politica, sindacato europeo e multinazionale per discutere del consolidamento, sviluppo e prospettive future delle produzioni di acciaio inossidabile ternane in Europa e che il Governo italiano favorisca la difesa delle produzioni strategiche come quella dell’inossidabile italiane. Infine, sempre secondo i sindacati, l’insieme della politica, anche territoriale, deve uscire "dagli spot della campagna elettorale facilitando un reale percorso di costruzione di un confronto serio e costruttivo".