Tornano in piazza oggi, davanti a Palazzo Montecitorio, i lavoratori ex lsu e dei cosiddetti appalti storici addetti ai servizi di pulizia e decoro nelle scuole italiane. Lo hanno annunciato ieri, in una nota unitaria, i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti.
"La mobilitazione nazionale, alla quale prenderanno parte 450 lavoratori provenienti da tutta Italia in rappresentanza dei 18.500 addetti del comparto, è stata indetta -spiega la nota- dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti, per sollecitare la convocazione di un incontro da parte della presidenza del Consiglio dei ministri, finalizzato ad affrontare le problematiche occupazionali e di continuità dei servizi conseguenti la revoca della convenzione Consip per i lotti dell'Ati Cns Kuadra e Manutencoop F.M. nonché del Lotto 7 che, per effetto della recente sentenza del Consiglio di Stato sull'inammissibilità del ricorso presentato da Ciclat, è altresì a rischio revoca. A rischio esclusione anche il Lotto 5 dell'Ati Maca Servizi Generali e Smeraldo per effetto del reiterato mancato pagamento delle retribuzioni".
Nei giorni scorsi, continua la nota,"le tre sigle sindacali hanno inoltrato richiesta di incontro al presidente del Consiglio dei ministri, Paolo Gentiloni, e ai titolari dei ministeri dell'Istruzione, del Lavoro e dell'Economia, Valeria Fedeli, Giorgio Poletti e Pier Carlo Padoan, sollecitando una possibile soluzione di prospettiva concernente la platea delle lavoratrici e dei lavoratori ex lsu e degli appalti storici".
"La situazione -affermano le sigle Cgil Cisl Uil- sta assumendo risvolti sociali non più sostenibili: è necessario dare seguito agli accordi quadro sottoscritti nei mesi scorsi con il governo per individuare un intervento risolutivo della vertenza che assicuri tutele occupazionali e la garanzia del reddito ai lavoratori, prevalentemente donne del mezzogiorno con famiglie monoreddito, coinvolti dai ritardi burocratici, dalle incertezze sulla prosecuzione dei rapporti di lavoro e dai tagli sulle retribuzioni".