Oggi sciopero di 8 ore in tutti gli stabilimenti Alstom in Italia. Lo hanno proclamato Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil per contrastare la "posizione intransigente - si legge in una nota sindacale - da parte dell’azienda, in merito al piano di riorganizzazione industriale che prevede esuberi e trasferimenti". Un piano che "penalizza in particolar modo la realtà di Sesto San Giovanni, ritagliando un ruolo discutibile e nebuloso di service e spostando le produzioni altrove malgrado le commesse vinte". Secondo i sindacati "produrre a Sesto San Giovanni è una condizione indispensabile per assicurare la sopravvivenza del sito produttivo". Alstom si è aggiudicata il primo dei tre lotti della gara da 4,5 miliardi delle Fs sui treni regionali e dovrà realizzare 150 convogli a media capacità.
Deludente l'esito dell'incontro di ieri presso il ministero dello Sviluppo economico, alla presenza del viceministro Teresa Bellanova, del sindaco di Sesto San Giovanni, di un rappresentante della Regione Lombardia e dei sindacati territoriali e nazionali. "L'azienda ha assunto un atteggiamento arrogate e irresponsabile - riferisce il segretario nazionale Fim Cisl Nicola Alberta - arroccandosi sulle proprie posizioni e rifiutando la proposta di mediazione del viceministro di attivare un tavolo di confronto con le parti per individuare una soluzione alternativa ai licenziamenti. Nello specifico - spiega Alberta - l'azienda ha dichiarato di non avere nessuna intenzione di mettere in vendita oltre al sito anche la proprietà intellettuale ad un possibile acquirente. L'azienda si è limitata a prevedere delle ricollocazioni di alcuni degli esuberi del sito lombardo, oltre che nei siti del Piemonte e della Toscana, anche in quelli di Puglia e Campania, e licenziamenti incentivati per la quasi totalità dei lavoratori. Secondo la Fim, siamo agli antipodi di quello che dovrebbe fare un Gruppo come General Electric, e cioè politica industriale invece che disinvestimento, sviluppo invece che chiusura di stabilimenti, occupazione invece che licenziamenti. La multinazionale deve cambiare verso. Vogliamo dare prospettive ai lavoratori e impedire che si faccia deserto. Oggi si è tenuta nello stabilimento di Sesto l'assemblea dei lavoratori per decidere le forme di mobilitazioni da mettere in campo. Sabato prossimo, primo ottobre - conclude il segretario Fim - è stata organizzata un'assemblea pubblica a Sesto San Giovanni che, alla luce dell'incontro di ieri, assume un'importanza ancora maggiore e che prevede il coinvolgimento delle istituzioni locali e della cittadinanza".