Illegittimi i licenziamenti di Almaviva. Lo ha stabilito l'ordinanza del giudice del Lavoro di Roma, che "condanna la società a reintegrare gli stessi lavoratori e a corrispondere loro, a titolo di risarcimento danni" un'indennità, comprensiva degli interessi, pari agli stipendi maturati dal giorno del licenziamento fino alla reintegra. La decisione riguarda 153 lavoratori che avevano fatto ricorso, mentre per il 15 dicembre è attesa un'altra decisione che riguarda una novantina di persone.
AlmavivaContact, "mantenendo ferma la convinzione del proprio corretto operato, darà ovviamente attuazione all'ordinanza - riammettendo i lavoratori presso le sedi disponibili, tenendo conto che il sito operativo di Roma è chiuso - ma la impugnerà immediatamente, al fine di revocarne gli effetti in tempi brevi". Questo il commento dell'azienda dopo la sentenza del giudice del lavoro. Nella nota, Almaviva ricorda che 9 giudici su 10 hanno dichiarato "pienamente legittima la condotta aziendale".
Da parte dei sindacati, la reazione non è stata univoca. Se infatti per la Cgil, che all'epoca promosse il referendum sull'accordo raggiunto al Mise, poi bocciato dalla maggioranza dei lavoratori, la sentenza chiarisce "chi ha subito un ricatto e chi ha scelto di esercitarlo", le altre organizzazioni appaiono più prudenti. "Prendiamo atto di una sentenza che riapre una delle pagine più nere della storia delle vertenze del nostro paese che ha consegnato alla fine del 2016 più di 1600 licenziamenti", si legge in una nota a firma del segretario generale della Uilcom, Salvo Ugliarolo.
Cisl e Fistel in un comunicato congiunto parlando di "una sentenza che in ogni caso andrà applicata da Almaviva, ricercando un nuovo accordo con il sindacato in modo da salvaguardare l’occupazione e le esigenze organizzative dell’azienda".
(Approfondimento domani su Conquiste Tabloid)