Nulla di fatto per Alitalia e il 21 maggio scatta lo sciopero unitario di 24 ore del trasporto aereo (ad esclusione dei controllori di volo). Lo hanno deciso Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporti. Tra le motivazioni le difficoltà del settore e la crisi, appunto, della compagnia di bandiera. Oggi è scaduto il termine per la presentazione dell'offerta vincolante da parte della cordata Fs, ancora alla ricerca del socio che rilanci la "newco".
"Alla base della protesta, la seconda dopo quella di 4 ore dello scorso 25 marzo - spiegano unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt e Ugl Trasporto aereo - c'è la situazione Alitalia, arrivata alla fase conclusiva della procedura di amministrazione straordinaria senza che nulla lasci presagire, al di là delle dichiarazioni d'intenti, una chiusura senza impatto sul lavoro, in termini di esuberi e tagli al costo del lavoro. Inoltre c'è la questione del Fondo di solidarietà del settore, che ha permesso di gestire le crisi passate, (deve servire per accompagnare quelle in atto), e viene ridotto dal provvedimento del Governo sulle pensioni, nel tempo e nella quantità economica. Manca anche una concreta legislazione nazionale, per il sostegno del settore, che contrasti il dumping contrattuale, preveda l'applicazione del contratto del trasporto aereo e di regole chiare, a salvaguardia dell'occupazione e dei salari".
"Continua lo stillicidio di notizie su chi farà parte dell’azionariato di Alitalia - interviene Salvatore Pellecchia, segretario generale Fit Cisl. Il tema vero è chi gestirà l’azienda e quale piano industriale verrà elaborato. A noi il concetto di salvataggio sta stretto - prosegue Pellecchia - siamo per il rilancio: sia perché nei due anni di commissariamento si è dimostrato che l’azienda ha le potenzialità per competere sul mercato, sia perché il mercato del trasporto aereo in Italia e nel mondo è in costante crescita e quindi esiste lo spazio per una compagnia di bandiera italiana".
Articolo integrale di Cecilia Augella domani su Conquiste tabloid