Un pacchetto di scioperi da definirsi a livello locale, blocco delle attività supplementari e stato di agitazione di tutto il personale di Alfasigma, il colosso farmaceutico nato appena un mese fa dalla fusione di Alfawassermann Sigmatau e Biofutura che con 1 miliardo di fatturato si appresta a diventare la terza società farmaceutica italiana.
E’ la risposta dei sindacati di categoria Femca Cisl, Filctem Cgil, Uiltec Uil al piano industriale presentato dai vertici della società in Assolombarda che prevede circa 450 esuberi su un totale di 1.700 addetti in Italia (3.100 complessivi).
Per i sindacati gli esuberi sono inaccettabili e ancora più inaccettabile è stato il comportamento dell’azienda che ha inviato la procedura di licenziamenti mentre era in corso la riunione sindacale. “Si tratta di una decisione inaccettabile - afferma Gianluca Bianco, segretario nazionale Femca responsabile del comparto chimico-farmaceutico - anche considerate le comprensibili sovrapposizioni create dalla fusione. Questa volontà da parte dell’azienda getta un’ombra su un’operazione di sicura valenza per tutto il settore industriale e farmaceutico italiano”.
Le prime due ore di sciopero unitamente a due ore di assemblea sindacale si svolgeranno con modalità da definire a livello locale entro il 15 settembre, mentre per gli Informatori scientifici del farmaco le assemblee si terranno la settimana successiva.
“Chiediamo al Governo di intervenire tempestivamente su questa vertenza - ribadisce Nora Garofalo, segretaria generale Femca Cisl -. Occorre costruire un quadro di necessarie garanzie a difesa dei lavoratori e un piano industriale in grado di salvaguardare lo sviluppo dell’azienda e la tutela dell’occupazione”.
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