A distanza di cinque giorni dal blitz a Cagliari e all’aeroporto, stamattina gli operai ex Alcoa sono tornati in piazza davanti al palazzo della Regione per un nuovo presidio con blocco del traffico, in occasione dell’incontro, convocato dal presidente della Regione, Francesco Pigliaru, con i sindacati, per fare il punto sulla vertenza. “Il presidente della Regione Francesco Pigliaru deve dare delle risposte personalmente ai lavoratori, scenda a parlare con noi”, ha detto Rino Barca, della Cisl metalmeccanici del Sulcis. “La fabbrica è ferma dal primo novembre 2012, a luglio scorso è stato siglato un memorandum che prevede un prezzo di mercato dell’energia che si aggira sui 25 euro MWh - ha spiegato il sindacalista - e l’acquirente interessato Glencore ha chiesto che questo regime sia vincolato per 10 anni. Siamo ancora in attesa di risposta da Bruxelles e tutto tace a Roma. Ecco perchè vogliamo incontrare Renzi e perchè siamo qui in Regione oggi”.
Duro il commento di Oriana Putzolu, segretaria generale dell’Usr Cisl Sardegna. “La situazione industriale dell’isola conosce in questo momento soltanto annunci di chiusura e rinvii nel tempo di crisi aziendali che si stanno pericolosamente giocando sulla pelle dei lavoratori. La Giunta regionale si limita a una posizione neutra, con il presidente della Regione e gli assessori spettatori di quel che succede sul mercato”, ha dichiarato, aggiungendo che “in quasi due anni di governo questa Giunta non è riuscita a chiudere una sola vertenza industriale di rilievo”. ”Il Sulcis-Iglesiente consuma le ultime ore di Cig, nella Sardegna centrale periodicamente si spengono le luci di un’azienda; l’Oristanese - ha sottolineato Putzolu - è fermo alle potenzialità dell’agroindustria, il Sassarese non solo vede procedere a rilento le bonifiche, ma rischia di registrare il crollo della chimica verde sulla quale aveva scommesso l’intero territorio. Il Medio Campidano cerca nei tribunali qualche speranza di far sopravvivere industrie promettenti; l’Ogliastra aspetta che si concretizzino le promesse di diventare un polo avanzato di nuove tecnologie, in Gallura arrivano col contagocce i dovuti aiuti di un’alluvione devastante, il Cagliaritano è chiuso in una visione esclusivamente commerciale. Tutto questo avviene nel silenzio della Regione”.
La Cisl ha “l’impressione che questo Esecutivo persegua un misterioso progetto di sviluppo, che prevede l’azzeramento o quasi di ogni attuale presenza industriale, per ricostruire su nuove basi un avveniristico sistema Sardegna. Se così è, il presidente della Regione parli chiaramente, presenti questo progetto alle forze imprenditoriali e sociali e apra una discussione generale in Consiglio regionale. L’unica cosa che non è consentita è stare alla finestra in attesa che altri risolvano i problemi della Sardegna, mentre la crisi continua a creare nuove emergenze”.