Esodo incentivato, ricollocazione dei lavoratori fuoriusciti dal processo produttivo, diversificazione del business: sono i punti del percorso concordato da sindacati e dai vertici della multinazionale americana Jabil per annullare o ridurre il numero di lavoratori dello stabilimento di Marcianise (Caserta) che l’azienda delle telecomunicazioni vorrebbe licenziare.
Punti - i primi due - per i quali dovranno cambiare le linee guida, essendo già stati praticati in passato ma con scarso successo.
La Jabil, circa un mese fa, annunciò la volontà di licenziare 350 dipendenti del sito casertano su un totale di 706 unità in servizio; da allora è partita un’accesa vertenza che ha portato ad uno sciopero dei lavoratori durato dal 24 giugno al 18 luglio. Intanto la procedura di licenziamento è partita, ma l’azienda americana, dopo un primo muro contro muro, ribadito peraltro anche nell’unico incontro tenuto al Mise, ha poi ammorbidito la sua posizione, aprendo al confronto. Oggi, presso la sede di Confindustria Caserta, c’è stato così il terzo incontro tra sindacati e vertici Jabil.
All’esito, è stato concordato un percorso i cui punti fondamentali sono la ricollocazione in altre aziende dei lavoratori fuoriusciti dalla Jabil, processo già avviato negli anni scorsi, quando c’erano stati altri esuberi, ma che non ha dato risultati positivi.
I sindacati chiedono che la ricollocazione avvenga presso aziende con partecipazione statale, chiedono di essere maggiormente coinvolti in tale processo, e che anche il Mise abbia maggiore voce in capitolo.
Secondo punto del percorso è il ricorso all’esodo incentivato, già praticato in passato.
La Jabil si impegna invece a diversificare il business, per provare a ridurre il numero degli esuberi; su tale punto si terrà un incontro ad hoc lunedì 29 luglio presso la sede di Confindustria Caserta. Nei prossimi giorni si capirà anche quando ci sarà la riunione al Ministero dello Sviluppo Economico.