"La crisi non può continuare a gravare sempre sui lavoratori dei tubifici". Lo afferma Vincenzo La Neve, coordinatore di fabbrica Fim Cisl di ArcelorMittal, ricordando che il piano industriale per lo stabilimento siderurgico di Taranto, inserito nell’accordo del 6 settembre 2018, prevede il rilancio della suddetta area con una serie di investimenti, "ma purtroppo - aggiunge - si continua ad assistere ad una continuazione rispetto al passato con i lavoratori dei tubifici che, ancora una volta, vengono collocati in cassa integrazione ordinaria". L’azienda, anche senza accordo sindacale, il 2 luglio scorso ha avviato a procedura di Cigo per 1.395 dipendenti, misura che dovrebbe durare 13 settimane. La Neve fa presente che si tratta dei reparti "più colpiti e penalizzati dalla crisi. I lavoratori dei tubifici, ormai da parecchi anni, continuano ad essere interessati dalle varie procedure di restrizione, anche in presenza di commesse. È come se ogni problema produttivo, gestionale e aziendale debba poi scaricarsi su chi, suo malgrado, lavora a valle del processo produttivo. I lavoratori sono stanchi di dover portare avanti le proprie famiglie solo attraverso gli ammortizzatori sociali concessi anche a fronte della loro assunzione in ArcelorMittal". Sono "lavoratori - conclude il sindacalista - che oggi vedono, nuovamente, il loro futuro pieno di incertezze, in quanto questi reparti continuano ad essere oggetto di fermate totali (Tub1, Tub2 e Area Riv) e/o parziali (Pla e Erw)".