I sindacati, però, non sono d'accordo con la suddivisione e rilanciano la loro battaglia: gli otto miliardi devono andare tutti ad alleggerire il carico sui lavoratori dipendenti e sui pensionati.
Per quanto riguarda l'Irpef, i tecnici del ministro Franco lavorano a simulazioni che vedono il ritocco di due aliquote, quella al 38% e quella al 27%. Tagliare di un punto la prima, quindi toccando i redditi nello scaglione 28-55mila euro, costa circa un miliardo di euro. Invece un punto della seconda, che comprende i redditi tra 15-28mila, costa due miliardi. L'obiettivo è indirizzare il taglio su un’aliquota soltanto, per non disperderne l’impatto. Bisognerà poi evitare di inasprire troppo i gradini, per non creare disparità troppo grandi tra uno scaglione e l’altro.
I sindacati, scesi sabato in piazza con mobilitazioni regionali proprio su ”Pensioni, Fisco, Lavoro, Sviluppo”, ribadiscono che gli 8 miliardi destinati al fisco devono andare ai lavoratori dipendenti e ai pensionati. E' il momento di fare questa scelta vista la crescita dei prezzi, visto l'abbassamento delle pensioni e dei salari in questi anni", ha detto il segretario generale della Cgil Landini ad Ancona. Alla manifestazione di Mestre, il leader della Cisl Sbarra ha sottolineato che ”bisogna alzare l'azione di contrasto contro l'evasione fiscale e prepararci ad affrontare poi la fase di riforma organica e strutturale del fisco nel nostro Paese. Questa mobilitazione che abbiamo messo in campo è costruttiva, è responsabile, serve a migliorare l'impostazione politica economica del Governo”.
Lunedì l’audizione di Cgil Cisl e Uil nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato.
Ha osservato il segretario confederale della Cisl Ganga: ”La manovra rinvia la soluzione di alcuni punti nodali che compromettono anche l’aspetto sociale della legge e che ci auguriamo possano essere recuperati nell’iter parlamentare attraverso il processo emendativo”. Il testo in esame ”nasce squilibrato, a causa dello scarso dialogo sociale”, sebbene si rilevano alcuni passi in avanti in alcuni capitoli, come gli ammortizzatori sociali anche ”per arrivare ad obiettivi di vera universalità bisognerà aumentare ulteriormente le risorse”. Positivo ma non ancora esaustivo il finanziamento per rinnovare i contratti pubblici, ma particolarmente debole la risposta sulla scuola, mentre le risorse sul fondo sanitario insieme all’avvio della stabilizzazione del personale precario rappresentano un aspetto di indubbia importanza frutto anche del pressing del sindacato. La Cisl rileva gli aspetti di maggior criticità sulle risorse a disposizione della riforma degli ammortizzatori sociali; sull'istruzione; sulle pensioni rispetto alle quali, sottolinea Ganga, ”abbiamo presentato da cinque mesi al Governo una nostra proposta per una riforma complessiva e strutturata della previdenza che non riscontriamo rispetto alle quali riponiamo fiducia nell'apertura del tavolo frutto del confronto con il Presidente del Consiglio”.
Giampiero Guadagni