Mercoledì 25 settembre 2024, ore 9:19

Strasburgo

Subappalti e intermediazione, i sindacati chiedono all’Europa regole più restrittive

Con un migliaio di manifestanti a Strasburgo, davanti al Parlamento Ue, i sindacati europei hanno chiesto regole più trasparenti e restrittive su subappalti e intermediazione. All’iniziativa hanno partecipato le categorie dell’agroalimentare e turismo, dell’edilizia e dei trasporti con le rispettive organizzazioni europee di appartenenza: Effat, Efbww ed Etf. Presenti al presidio anche molti lavoratori e sindacalisti italiani per sottolineare come questi settori siano ad alta intensità di manodopera e tra i più vulnerabili in termini di subappalti abusivi e intermediazione illecita, in particolare per i lavoratori mobili e migranti, spesso vittime di discriminazioni, frodi e sfruttamento.

Effat, Efbww ed Etf ribadiscono di sostenere il mercato del lavoro interno come una delle pietre angolari dell’Ue, “ma la realtà – denunciano – è che per molti lavoratori 30 anni di mercato interno hanno significato meno protezione sociale, pressione al ribasso sui salari, lavori più precari e peggioramento delle condizioni di lavoro, e questo ha reso le nostre industrie meno attraenti e alle prese con gravi carenze di manodopera”. La stessa libera circolazione dei lavoratori sancita dai trattati dell’Ue dovrebbe essere una delle leve principali del processo di integrazione europea, tuttavia per molti lavoratori mobili il principio della parità di trattamento e retribuzione esiste solo sulla carta. Inoltre, negli ultimi anni un numero crescente di cittadini di paesi terzi è stato impiegato spesso in situazioni ancora più precarie e dipendenti dagli intermediari, favorendo reati come caporalato, tratta e lavoro forzato. I sindacati europei chiedono anzitutto di limitare il subappalto: vietarlo per le funzioni primarie delle imprese, fissare un massimo di uno o due sottolivelli e vietare ulteriori subappalti quando coinvolgono solo manodopera, poi garantire che cliente, appaltatori e subappaltatori siano responsabili, infine rafforzare il contrasto alle pratiche sleali; secondo punto, si chiede di standardizzare il ruolo delle agenzie di collocamento, prevedendo nessuna tassa di reclutamento per i lavoratori, colmando le lacune della direttiva 104 del 2008 sul lavoro interinale, eliminando l’uso di intermediari nel distacco e mantenendo relazioni dirette tra datore e dipendente. Il terzo punto riguarda invece le ispezioni: le sanzioni andrebbero applicate in modo più efficace, e va attuata la raccomandazione dell’Ilo di almeno un ispettore ogni 10mila lavoratori, adattando le ispezioni alle specificità dei settori. Una delegazione dei manifestanti è stata ricevuta da europarlamentari di diversi schieramenti per condividere questi e altri obiettivi.

Per Onofrio Rota, Segretario Generale della Fai-Cisl, presente all’iniziativa, la manifestazione ha rappresentato “una bellissima giornata di partecipazione e solidarietà con cui abbiamo sottolineato problematiche che conosciamo bene anche in Italia e che vanno arginate con la buona contrattazione e con una legislazione europea più avanzata, capace di scongiurare forme di dumping e concorrenza sleale. È doveroso estendere la battaglia contro lo sfruttamento anche a livello europeo – ha aggiunto il sindacalista – anche perché molte regole future saranno scritte proprio con la prossima legislatura dell’Ue, per cui bisogna avviare al più presto un’interlocuzione fruttuosa con tutte le istituzioni per promuovere il lavoro di qualità e un’Europa più unita, attenta al dialogo sociale e competitiva”.

Rossano Colagrossi

( 19 settembre 2024 )

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