Una mobilitazione a tappeto in attesa che il governo faccia sentire la sua voce e, soprattutto, il suo peso al tavolo del ministero dello Sviluppo Economico. Dopo Palermo, Napoli, Salerno, Ancona e Lecce, che si sono fermate lunedì, ieri i lavoratori di Sirti hanno scioperato per quattro ore a Roma, Alessandria e Firenze, e per due ora ad Ancona, Bari, Bologna e Catania. Oggi toccherà invece a Belluno, Cagliari, Catanzaro, Genova, Milano, Palermo, Treviso e Udine.
Ad innescare la protesta la decisione, annunciata la settimana scorsa ai sindacati, di tagliare 883 lavoratori su un organico che ne conta 3.692: più del 20%.
I sindacati si sono ovviamente messi di traverso e attendono qualche segnale di apertura dall’incontro in programma domani al ministero dello Sviluppo Economico. Nel frattempo si susseguono le assemblee in tutte le sedi dell’azienda. Sirti ha deciso di mettere subito sul tavolo la procedura di licenziamento collettivo, dando così chiaramente ad intendere di non aver fretta di passare dalle parole ai fatti.
Per Fim Fiom e Uilm la situazione di Sirti è anche il risultato di un ”un mercato delle telecomunicazioni senza governo, con scelte aziendali miopi e sbagliate”. I sindacati chiedono al governo non solo “un intervento concreto per il mantenimento dell’occupazione nel gruppo, ma anche un confronto permanente sulle condizioni di lavoro e sulle prospettive del settore, dilaniato da gare assegnate al massimo ribasso e oggetto di una progressiva rivoluzione tecnologica”. Per Fim, Fiom e Uilm “la guerra di posizione tra i maggiori azionisti, interna a Tim, non può essere scaricata sui lavoratori delle installazioni telefoniche” In questa chiave, le sigle di categoria richiamano anche la “paradossale” situazione della Open Fiber, “di fatto una società a partecipazione pubblica, le cui regole d’ingaggio, in termini di gare e di tempistica nei pagamenti, stanno mettendo in crisi gli operatori del settore più strutturati, ovvero quelli con maggiore occupazione e più rispettosi delle tutele previste dalla contrattazione collettiva e della tutela della salute e sicurezza”.
( Articolo integrale domani su Conquiste Tabloid )