Primo appuntamento dell’anno, oggii, per il Comitato Esecutivo della Cisl, con i riflettori puntati sul nuovo modello contrattuale. L’intesa con Cgil e Uil è cosa fatta, come ha annunciato la stessa segretaria generale Annamaria Furlan nei giorni scorsi. E le basi sono quelle da sempre auspicate dalla Cisl. “Immaginiamo - ha spiegato Furlan - un contratto nazionale che rimane e dà garanzia per tutti. E una contrattazione di secondo livello territoriale o aziendale, che si incentri sulla produttività con la partecipazione del lavoratore come in tanti altri paesi europei”.
Ancora pochi giorni, poi, il 14 gennaio, le tre confederazioni riuniranno gli esecutivi unitari per il varo ufficiale della proposta da presentare a tutte le associazioni datoriali e, in quanto datore di lavoro, al governo.
Il 2016, del resto, come ricordava ieri una scheda dell’AdnKronos, si presenta come un anno cruciale sul fronte dei rinnovi. Dalle tute blu agli addetti della grande distribuzione organizzata, e comprendendo tutti i dipendenti pubblici, sono infatti oltre 7,5 milioni i lavoratori che attendono il rinnovo del contratto nazionale di settore. Tra questi, i lavoratori del solo settore privato con contratto scaduto sono oltre 4,5 milioni. Ma la prima spinosa questione riguarda il pubblico impiego: i circa tre milioni di dipendenti pubblici sono arrivati quasi al settimo anno di blocco del contratto, con retribuzioni ferme al 2009. La legge di stabilità 2016 ha messo a disposizione 300 milioni per il rinnovo dei contratti pubblici, una cifra giudicata irrisoria dai sindacati e che equivale, nei conteggi delle organizzazioni di rappresentanza del pubblico impiego, a "una mancia" di 8 euro lordi mensili pro-capite.
(Approfondimento domani su Conquiste Tabloid)