Modello contrattuale, rappresentanza, sciopero, riforma fiscale: a dispetto del qualunquismo renziano, al sindacato confederale ed alla Cisl in particolare non hanno mai fatto difetto le idee e le proposte da mettere in campo per risollevare il paese da quella crisi in cui non certo i lavoratori ed i loro rappresentanti l’hanno gettato. Semmai, una volta archiviata la stagione della concertazione, è l’interlocutore e la sede del confronto ad essere mancata. E non certo per volontà di Cgil, Cisl e Uil. A ricordarlo, in due interviste rilasciate ai quotidiani La Repubblica e il Messaggero, ci ha pensato Annamaria Furlan, numero uno di Via Po, che invita Renzi a ripassare la storia dei sindacati italiani. “Scoprirebbe che non siamo tessere, ma persone”, sottolinea. “Undici milioni di persone in carne e ossa che esercitano il loro ruolo con reponsabilità per il bene del Paese”. Una bella differenza rispetto alla miriade di sindacatini autonomi e corporativi, per difendersi dai quali, se il governo volesse, basterebbe ribadire che per indire uno sciopero all’interno di un’azienda, è necessario avere una rappresentanza del 5%, così come stabilito dall’accordo interconfederale siglato con la Confindustria.
“Già oggi - dice la sindacalista - l’accordo interconfederale esclude dalle trattative chi rappresenta meno del 5 per cento dei lavoratori. Una soglia molto rispettosa delle minoranza. Sarebbe sufficiente utilizzare la stessa soglia per gli scioperi. Chi rappresenta meno del 5 per cento dei lavoratori non può proclamare lo sciopero da solo. Per scioperare deve coalizzarsi con altri sindacati che gli consentano di superare la soglia”. Ma la segretaria generale della Cisl spiega anche le ragioni del suo no ad una legge sulle regole di rappresentanza dei sindacati: “La politica è da sempre smaniosa di mettere le mani in un terreno non suo. Questi sono argomenti che devono essere lasciati alla contrattazione tra le parti sociali”.
Ma il sospetto di Annamaria Furlan è anche un altro. E cioè che “questo ennesimo attacco gratuito nei confronti di tutto il sindacato sia solo un espediente per cambiare agenda e sfuggire dalle gravi responsabilità di Governo e dai problemi veri del paese sui quali la Cisl è pronta a dare il proprio contributo responsabile attraverso un patto sociale che noi auspichiamo da tempo”.