Dal 1 maggio scatterà la cassa integrazione per i dipendenti di Piaggio Aerospace. A dare l’annuncio è stato il commissario straordinario Vincenzo Nicastro nel corso dell’incontro che si è tenuto con i sindacati presso l’Unione industriale di Savona. La richiesta verrà fatta per 1.027 lavoratori (l’azienda ne ha complessivamente poco meno di 1300), ma il reale utilizzo sarà probabilmente inferiore e in ogni caso dipenderà dai carichi di lavoro.
La notizia è giunta mentre era in corso uno sciopero di otto ore negli stabilimenti di Villanova d’Albenga e Genova Sestri Ponente. Le casse sono vuote, ha detto Nicastro, e il pagamento degli stipendi è garantito per aprile ma non oltre: ”Poi si vedrà”. Il problema vero, ha aggiunto, è che ”allo stato l'azienda in alcuni settori è ferma”. Quel che è peggio, all’orizzonte non si intravede una soluzione chiara.
In mattinata il ministro della Difesa Elisabetta Trenta ha ribadito attraverso una nota che il governo intende ”supportare la creazione delle condizioni idonee ad una soluzione più duratura possibile, che possa contemperare al meglio le esigenze operative dello Strumento militare e il valore strategico dell'azienda”. Ma ha poi aggiunto che al momento gli unici investimenti sui quali Piaggio può contare sono quelli per il rinnovo della flotta di P180, mentre il drone P1HH, per la cui costruzione sarebbero in teoria disponibili 250 milioni di euro, è di fatto scomparso dai radar. Le parole di Trenta non sono piaciute ai sindacati, che le hanno apprese mentre si svolgeva il loro presidio sotto l’Unione industriale di Savona. La preoccupazione è palpabile: ”Una commessa sui P180 sarebbe una bella notizia, ma mettere in dubbio lo stanziamento da 250 milioni sul P1HH sarebbe paradossale - è il commento di Alessandro Vella, segretario generale della Fim ligure - Da tempo chiediamo un incontro a Palazzo Chigi perché qua si fa tutto e il contrario di tutto, con commissioni convocate e sconvocate per una decisione che sembrava già definitiva. I lavoratori Piaggio non chiedono assistenzialismo, ma supporto per un prodotto italiano di eccellenza”. Si va verso lo sciopero: se il governo non concederà che chiedono, Fim Fiom e Uilm hanno già individuato giorno e luogo: lunedì prossimo, presidio davanti alla prefettura di Savona.
(Articolo integrale domani su Conquiste Tabloid)