La povertà in Europa è donna, tanto più all’avanzare dell’età. Colpa del cosiddetto gender gap che falcidia gli assegni pensionistici del gentil sesso. Di questo si occupa un rapporto della Confederazione europea dei sindacati (Ces) secondo il quale la differenza pensionistica tra uomini e donne, nei prossimi anni, potrebbe diventare persino più ampia a causa dell’aumento degli schemi pensionistici privati (o complementari), che spesso non riconoscono alle donne maternità e congedo parentale.
Da qui l'allarme lanciato lanciato dall’organizzazione guidata dall’italiano Luca Visentini, che chiede a Governi e istituti pensionistici privati di intervenire con un’azione congiunta per migliorare gli schemi per le donne.
Secondo lo studio, publicato stamane sul sito della Ces, la differenza nelle pensioni tra uomini e donne è al 40%. E mentre tutti gli schemi pubblici riconoscono alle donne i periodi di congedo, quelli privati lo fanno solo in otto Paesi (tra cui l’Italia). “Il gap di genere nelle pensioni è ancora più grande dello scandaloso gap negli stipendi”, ha detto Montserrat Mir, segretario confederale della Ces. “I due sono collegati, è un circolo vizioso, peggiorato dalla crescente importanza degli schemi privati”, aggiunge, chiamando in causa i datori di lavoro che ”dovrebbero contribuire agli schemi pensionistici delle donne in maternità o congedo”.